«Parli russo, devi morire». Pontedera, donna ucraina aggredita dall’amica connazionale - Video
Le donne sono state in ottimi rapporti per anni, poi l’inizio della guerra e l’odio: «Ora minaccia anche la mia bambina»
PONTEDERA. Aggredita sulle scale di casa dall’amica. Una spinta per farla cadere. Poi le minacce: «Tu sei russa, e voi russi dovete morire». La guerra arriva a Pontedera. Tra due donne originarie dell’Ucraina. Amiche per anni. Fino all’inizio del conflitto. «Ho dovuto denunciarla. Mi dispiace. Ma lei ora mi odia. Minaccia me e mia figlia ogni giorno. Non so cosa le sia preso. All’improvviso ha iniziato a vedermi come un nemico. E adesso ho paura». Tetiana Starchenko ha 39 anni. Vive in un appartamento con la figlia. È in Italia dal 2006. Prima ha abitato a Treviso, poi – nel 2012 – è arrivata a Pontedera. È nata e cresciuta a Kryvyj Rih, una città dell’Ucraina meridionale. «Da quattro giorni stanno tentando di occuparla – racconta Tetiana – ma i miei concittadini stanno resistendo. A combattere contro i russi c’è anche mio fratello. Lo sento ogni giorno, mi dice solo che sta bene e poi riattacca. È troppo pericoloso stare al telefono, c’è il rischio che l’esercito russo localizzi il cellulare dei soldati ucraini e quindi bombardi le loro postazioni», racconta Tetiana. Che in casa, ora, sta ospitando quattro familiari – tra cui due ragazzini – scappati dalle bombe degli uomini di Putin.
L’ODIO ALL'IMPROVVISO
Tetiana parla russo. «Molti ucraini lo fanno. Fa parte della nostra storia. Non c’è niente di male», spiega la 39enne. Ma per quella che per anni è stata un’amica fedele, la lingua utilizzata da Tetiana è una fonte di odio. «Lei veniva spesso a casa mia, e io da lei. Parlavamo di qualsiasi cosa, e negli ultimi tempi parlavamo anche del pericolo del conflitto», racconta ancora Tetiana. Poi inizia la guerra. E la follia prende forma. «La mattina in cui i russi hanno iniziato a bombardare, lei ha cambiato completamente atteggiamento verso di me. Ha cominciato a dirmi che avrei dovuto parlare ucraino. È diventata cattiva». E via con le minacce. Così. All’improvviso.
«Mi dice che io sono russa e che devo morire. Ho provato a parlarle, ma mi urla contro. Insiste a dirmi che devo parlare ucraino».
L’AGGRESSIONE
Venerdì 14 marzo Tetiana e i quattro profughi che sta ospitando nel suo appartamento sono tornati a casa. «Davanti all’ingresso ho trovato un tappetto di mozziconi di sigaretta. Ho subito pensato che fosse stata lei, e quindi l’ho cercata per capire perché aveva fatto quel gesto senza senso». Tetiana non vuole problemi. Vuole la pace. Nella sua Terra di origine, ma anche nel condominio in cui vive. L’ex amica accecata dalla guerra, invece, appena la vede le si scaglia addosso. «Ha aperto la porta e ha iniziato a dirmi di tutto. Poi mi ha dato una spinta, e per fortuna mi sono aggrappata al corrimano delle scale. Mi ha urlato: “Voi russi dovete morire, dovete andare fuori dall’Italia. Devi educare tua figlia a parlare ucraino”». Tetiana allora capisce che la situazione è fuori controllo. E si rivolge ai carabinieri sporgendo denuncia.
L’ORDINE ALLA BAMBINA
L’aggressione di venerdì 14 marzo è l’apice di una situazione che va avanti dall’inizio della guerra tra le due donne ucraine. «La figlia della mia ormai ex amica – racconta Tetiana – invece di far ragionare la sua mamma ha iniziato a comportarsi esattamente come lei. Le avevo scritto alla ricerca di un sostegno, ma lei mi ha risposto che secondo loro io sto con i russi». Ma non finisce qui. Perché nel mirino dello scontro è finita anche la figlia di Tetiana. Una creatura che della guerra sa pochissimo.
«Sua figlia, che è molto più grande di età, alcuni giorni fa l’ha avvicinata attorno a casa nostra e le ha detto che lei avrebbe dovuto imparare la lingua ucraina e che avrebbe dovuto parlare soltanto quella. Le ha spiegato che deve urlare “forza Ucraina”», dice ancora la 39enne.
Quella che arriva da Pontedera è una dimostrazione plastica di come la guerra sia capace di cambiare la mente delle persone.
«Io ancora non ci credo – conclude Tetiana –. Eravamo amiche. E adesso lei mi odia. Solo perché parlo russo. Spero solo che finisca tutto alla svelta. Quello che sta succedendo è assurdo. Tante persone stanno morendo, e altre, invece, stanno perdendo la testa».
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