Ilya abita a Montecatini e racconta perché ha deciso di aiutare chi scappa dalle bombe. «Daremo informazioni su un sito»
MONTECATINI. Ilya ha 54 anni e nella sua vita non avrebbe mai pensato di vedere scoppiare una guerra. Ecco il motivo per cui, lui che è russo, vuole aiutare il popolo ucraino. «Perché lo devo fare. Non posso fermare questo disastro, può farlo solo Putin. Ma tutta la mia famiglia vuole che aiutiamo più persone possibile», spiega davanti a un uditorio attento, riunito nel Salone Portoghesi del Tettuccio per ascoltare storie di profughi ucraini che ce l’hanno fatta a rifugiarsi in Italia.
Quando è iniziato il conflitto cosa ha pensato?
«Che è impossibile. Che è uno scherzo, un film».
Come è venuto a conoscenza della guerra?
«Non guardo i telegiornali ufficiali, perché non dicono la verità, fanno solo propaganda. C'erano a inizio marzo in Russia tre canali indipendenti di radio e tivù: Eco di Mosca, Nuova Gazzetta, Tivù rain. È rimasta solo la Nuova Gazzetta. Gli altri sono stati oscurati . Davano informazione reale sulla situazione fra Ucraina e Russia. La Nuova Gazzetta adesso non può parlare della guerra. L’altro pomeriggio hanno portato, per minacciare l'editore di Eco di Mosca, davanti alla porta della sua casa una testa di maiale insanguinata».
Chi le ha suggerito cosa fare una volta arrivato in Italia?
«Una mia amica ucraina di Montecatini mi ha detto che padre Sergio della parrocchia Corpus Domini offre il posto per i rifugiati. Ho un appartamento di due camere, sala e bagno che metterò a disposizione di chi avrà bisogno. Pagherò io anche gas ed elettricità».
Oltre ad aver donato denaro alla Croce Rossa Ucraina, cosa ha in mente?
«Sto aprendo un sito che si chiamerà “Ucraiana help”. Lo sto preparando con mia figlia Katia e con un mio amico italiano. Vogliamo aiutare i profughi. Adesso non c'è organizzazione. Gli italiani non sanno come muoversi e gli ucraini non sanno a chi rivolgersi. I volontari lavorano molto per i connazionali che arrivano. Cercano di aiutarli come possono. C'è da organizzare questo processo. Io sono un imprenditore, per me è impossibile lavorare senza un programma preciso. So come procedere».
Siete soli in questa impresa?
«Ci sono tanti russi che vogliono sostenere gli ucraini e che lo fanno da tutta Europa. Un mio amico russo che vive in Germania mi ha raccontato che c'è una piccola città vicino a Kiev piena di morti che non sanno dove metterli. Così lui ha comprato in Germania duemila sacchetti speciali per cadaveri, ha speso seimila euro e li ha inviati là con un camion».
Cosa pensa di Putin?
«Lui è un criminale di guerra, Russia sono tornati i tempi di Hitler e di Mussolini. Adesso per poco tempo c'è possibilità di andare via. Miei conoscenti sono scappati a piedi in Kazakistan. Ci sono molti russi in Georgia, Armenia e Turchia. Ci sono siti che aiutano i russi che sono scappati e si trovano senza soldi. Per i russi normali per vivere ci sono due problemi: da una parte Putin e poi le sanzioni europee. Russi e Ucraini sono come cugini, questa è una guerra civile. È come se scoppiasse fra Nord e Sud Italia».
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