Per il basket che caccia via il degrado, un flash mob al campetto di piazza Lulli
Abitanti, bambini, ragazzi e dirigenti sportivi hanno manifestato contro chi, nei giorni scorsi, ha segato il canestro
GROSSETO. Cinque minuti con il dolce suono dei palloni da basket che rimbalzano sul campo. Grosseto ha risposto con un riuscitissimo flash mob, organizzato nel giro di poche ore, al vile gesto di chi nei giorni scorsi ha segato un canestro (peraltro rimesso a posto dal Comune in tempi record) nel campetto da pallacanestro di piazza Lulli, il luogo di ritrovo di centinaia di appassionati della palla a spicchi.
Quel campo in mezzo alle case, che ha fatto crescere generazioni di giovani grossetani, a quanto pare dava fastidio a qualcuno, che è arrivato a danneggiare quell’impianto che gli appassionati e il Comune, con un investimento di circa 35mila euro, hanno trasformato da piazza dello spaccio a un luogo dove far crescere i giovani, ma anche dare tranquillità alla popolazione circostante.
«Sapere che su quel campo ci sono bambini con i genitori – dice una signora che abita in via Cimarosa – mi rassicura, mi permette di parcheggiare o di uscire dalla macchina con tranquillità».
E pensare che un anno fa ci fu anche ci cercò di dar vita a una petizione contro quel campetto, mettendo nelle cassette dalla posta una lettera, da inviare al sindaco e all’assessore allo sport, nella quale si lamentava la fastidiosità del rumore del pallone, proponendo di mettere delle barriere o per trovare una soluzione per quella “criticità”. Il tentativo rimase fortunatamente lettera morta.
«Il campo di piazza Lulli – dice Paolo Borracelli, che abita davanti al campetto grossetano – è il campo di tutti. Migliaia di appassionati negli anni si sono alternati in quell’impianto. I bambini, compreso mio figlio, sono diventati uomini, sostenuti da sani principi e dall’amore per lo sport. È il campo della città, dei genitori e dei nonni».
«È stato emozionante – dice Simonetta Baccetti, consigliera comunale, che parla in veste di genitore residente nella zona – per me che con la terrazza mi affaccio sul campo, vedere i bambini che giocavano felici sul campo dopo il secondo lockdown. È stato il segnale che la vita stava riprendendo».
Dopo l’inqualificabile gesto dell’altro giorno, che ha ferito cittadini, genitori, dirigenti e appassionati, Luca Giannini, Alessandro Rustici e Niccolò Amerighi hanno deciso di dar vita a un flash mob, al quale hanno preso parte atleti, tecnici e dirigenti delle due maggiori società cittadine, Gea Basket e Pallacanestro Grosseto, semplici appassionati, genitori, ma anche ex giocatori, da Luca Perin, a Luca Terrosi, fino al vicesindaco Fabrizio Rossi.
«Il basket è stato la mia vita fino a diciotto anni. Chi non è venuto a fare due tiri in questo campo? È stata una bella iniziativa, la giusta risposta a un vile atto vandalico», dice Rossi.
Si sono presentati all’appuntamento bambini, bambine, ragazze, con il loro pallone da basket, ma c’è stato anche chi si è messo a palleggiare con un pallone da calcio per essere solidale con gli amici che per qualche giorno non sono potuti andare a sfidarsi in piazza Lulli.
«Abbiamo un gruppo Whatsapp con cento iscritti – sottolinea Niccolò Amerighi – pochi dei quali sono dei giocatori di professione, che in età adulta si aggregano però a noi. Ho voluto mettere insieme una siringa, un pallone e un libro per simboleggiare che lo sport e la cultura servono a evitare strade sbagliate». «Il nostro sogno – aggiunge Luca Giannini, dirigente della Pallacanestro Grosseto e genitore – sarebbe di aumentare il numero degli spazi all’aperto, per contrastare la vicinanza dei videogame e permettere ai ragazzi di crescere all’aperto, insieme a coetanei. Impianti come questi servono all’inclusione di giovani stranieri, per far parlare loro la lingua universale dello sport dei compagni di gioco».
Nelle grandi metropoli, prosegue Giannini, «esistono vari punti di aggregazione con un canestro da basket e auspichiamo che quanto prima di possa avere un campo all’aperto nel parco di via Giotto. Per ora vogliamo difendere con tutte le forze questo campo e tutti gli spazi pubblici della città».
Il campo di via Lulli ha una funzione sociale. Grazie agli appassionati che lo frequentano ha fatto uscire la zona dal degrado e quei palloni da basket che qualcuno ha provato a mettere a tacere sono serviti a dare tranquillità a chi vive intorno. «Con questo semplice flash mob – dice Alessandro Rustici – abbiamo voluto rispondere a chi ha cercato di mettere il bastone tra le ruote. Siamo genitori e comprendiamo cosa voglia dire per i nostri figli trascorrere qualche ora a giocare allo sport che amano».
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