Livorno, in pensione tre colonne dell’ospedale: le carriere e perché sono diventati dei riferimenti

Maurizio Pari: una vita in Psichiatria con Pastore e Serrano

Il fatto che l’impegno professionale di Maurizio Pari abbia avuto inizio con la fondazione di una cooperativa, che volle chiamare appunto "Impegno", non è un caso: il coordinatore infermieristico Usl, in pensione da pochi giorni, l’impegno nel suo lavoro, nel solco del pensiero di Franco Basaglia, l’ha portato avanti con costanza e professionalità in tutti i suoi anni di lavoro, quasi tutti al servizio degli affetti di patologie psichiatriche.

Pari, originario di Lecco ma a Livorno da quando aveva 12 anni, diciannovenne decise di diventare infermiere professionale e si iscrisse alla scuola ospedaliera dell’allora Usl 13, diretta da suor Maria Pinetti, che frequentò dal 79 all’80. Subito dopo, nonostante avesse vinto un concorso a Firenze, decise invece di fondare "Impegno" e convenzionarsi con l’Usl per i servizi territoriali ai pazienti psichiatrici,anziani e tossicodipendenti. «Impegno era una cooperativa "personalizzata" - spiega - ovvero formatasi proprio in funzione di un servizio a questo tipo di utenza e con la scelta di personale che in questo servizio fosse disposto a lavorare».

Nel 1981 il passaggio alla Usl cominciando la "gavetta" in vari reparti (Medicina,Urologia,...) fino ad approdare al servizio per il quale da tempo aveva optato come scelta di vita appunto la psichiatria. «Ho avuto maestri eccezionali come i primari Vincenzo Pastore e Mario Serrano ai quali sono grato per tutto quello che da loro ho appreso. Con loro - prosegue - abbiamo cercato di mettere in essere gli insegnamenti basagliani basati su un approccio completamente diverso dal passato per tutto ciò che riguardava la gestione del malato psichiatrico».

In quegli anni vi fu il rafforzamento della psichiatria sul territorio con la valorizzazione di centri territoriali superando la tradizionali visione ospedalecentrica: parliamo dei centri Basaglia, Poggiali, Graziani e di tutte le attività finalizzate al coinvolgimento degli utenti in attività socializzanti.

Pari è stato dal 1996 al 2001 Coordinatore Infermieristico del servizio ovvero responsabile degli infermieri e degli Operatori socio sanitari del Dipartimento di salute mentale. In seguito e sino al suo pensionamento "coordinatore dei coordinatori" ovvero la figura apicale di riferimento delle due mansioni sanitarie. «Oltre a Pastore e Serrano - prosegue Pari - desidero ringraziare tutto il personale con il quale ho collaborato in questi lunghi anni e che porterò per sempre nel mio cuore». Prospettive per il dopo pensione ? «A questo punto - sorride Pari - il mio "impegno" sarà per la famiglia».

Bruna Pastori: dal 2004 il riferimento per le endoscopie

Si chiama Bruna Pastori ma per tutti in ospedale è sempre stata "la Bruna" a significare il grado di disponibilità e di cortesia che la fresca pensionata Usl ha sempre dimostrato verso colleghi e pazienti. Lascia la sua pesante eredità professionale alla (o al) collega che subentrerà nel ruolo di coordinatore infermieristico presso il reparto di Endoscopia del nostro ospedale. Bruna acquisì il diploma di infermiera professionale a Portoferraio, dove allora abitava, nell’anno 1977 e fu proprio il primo anno che l’Elba vide nascere la scuola la cui direzione era affidata a Suor Ernesta Alberto, contemporaneamente direttrice anche della scuola livornese. Dopo un tirocinio professionale di alcuni anni in vari reparti isolani (dialisi, pronto soccorso e poi "monitrice" alla stessa scuola infermieri) "la Bruna" vince la selezione per coordinatrice infermieristica e approda in questo ruolo al Pronto Soccorso di Livorno. Vi rimane sino al 2000 anni in cui è chiamata a coordinare infermieri e Oss della Pediatria e del nido. Nel 2003 il salto in Medicina, reparto allora guidato dal dottor Carlo Bartolomei. «Da Bartolomei ho appreso molto e di questo lo ringrazio. Abbiamo ambedue lo stesso carattere tosto cosa che più volte ci ha visto su opposti fronti per quanto riguardava la gestione del reparto. Ma il confronto è sempre stato basato sull’interesse del malato».

Dal 2004 ad oggi Bruna è stata coordinatrice dell’Endoscopia Digestiva ( e degli infermieri e Oss di pneumologia reparto diretto sino a pochi mesi fa da Rigoletta Vincenti) e il primo pensiero da pensionata va a Giovanni Niccoli ex direttore del reparto: «Un ottimo medico e una bravissima persona. Con la sua supervisione abbiamo creato - prosegue - uno splendido gruppo in un reparto che annualmente sforna un numero record di prestazioni (in particolare gastroscopie e colonscopie). Voglio salutare i colleghi e le direzioni aziendali che ci hanno permesso di far crescere la qualità del nostro servizio».Poi c’è lo spazio per un episodio di vita che ha visto Bruna sì in ospedale ma dalla parte del paziente: «Tempo addietro ho avuto un serio problema di salute. Ebbene l’affetto e la dedizione che ho ricevuto dai colleghi ha fatto sì che mi sentissi ancor più integrata nella grande famiglia ospedaliera».

E per il futuro? «Oltre ad accudire persone a me care potrò finalmente riprendere la mia grande passione... il ping pong. Sono stata campionessa a livello regionale, è uno sport bellissimo. E poi, si ricorda la diplomazia del ping pong tra America e Cina? Ebbene - sorride - a me è servita anche in ospedale».

Mimma Pinto: dai laboratori d’analisi al centro trasfusionale

Da pochi giorni il Centro Trasfusionale dell’Ospedale è stato costretto a fare a meno della propria coordinatrice infermieristica, Domenica Rita Pinto (per tutti Mimma), calabrese di nascita ma "svizzera" per la precisione e per l’organizzazione che ha saputo dare ai reparti nei quali ha lavorato sino al Centro trasfusionale stesso. Mimma, dalla natia Reggio Calabria, si trasferì giovanissima a Livorno e frequentò nei primi anni Ottanta la scuola per infermieri professionali dell’ospedale diretta allora da suor Paola. Nel 1985 era già al "pezzo" in Pediatria, reparto, diretto dal leggendario professor Luciano Vizzoni, nel quale rimase per ben 19 anni. Nel 2004 venne nominata Coordinatrice Infermieristica. Negli ultimi anni di lavoro, oltre al coordinamento di infermieri e Oss del centro, ha acquisito pure la responsabilità degli stessi operatori di Anatomia patologica e Laboratorio analisi. «Voglio ringraziare innanzitutto i primari del Centro Trasfusionale che si sono succeduti negli anni e che sono stati per me fonte di grande apprendimento professionale. In particolare la dottoressa Maria Laura Sodini, il dottor Paolo Centoni e il dottor Fabrizio Niglio. Un saluto particolare anche alla dottoressa Silvia Ceretelli oggi a Grosseto e a tutto il personale infermieristico ed Oss che ha collaborato con me in questi anni nonché alle colleghe dell’Assistenza Infermieristica. Voglio poi salutare due colleghe in particolare: Antonella Scannapieco e Carmen Reitano che sono state un costante punto di riferimento. Il periodo Covid - ricorda ancora - ci mise tutti alla prova, costringendoci a modificare comportamenti, misure di sicurezza e situazioni consolidate e i "miei" infermieri hanno dimostrato elasticità rendendosi disponibili ad affrontare i cambiamenti e le situazioni nuove dettate dall’emergenza. Una dura prova. La mia più grande soddisfazione professionale è stata quella di esser riuscita a d organizzare il Centro trasfusionale riprendendo le competenze infermieristiche, in merito agli ambulatori e alla sezione donatori, che, prima di me, erano state appannaggio dei medici. Sono molto soddisfatta -prosegue Mimma - della buona squadra del personale infermieristico ed Oss che attualmente presta servizio presso il centro trasfusionale al quale auguro di mantenere nel lungo tempo le stesse caratteristiche di oggi in termini di professionalità e spirito di gruppo e, aggiungo, una certa dose di empatia fondamentale per lo svolgimento del nostro lavoro. I miei progetti? Ne ho uno importante: stare con la mia nipotina Noelia».

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