Asl, troppe carenze: solo nella provincia di Pistoia mancano 58 dottori
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Sarebbero necessari 27 di medicina generale e 31 di continuità assistenziale. Ad aprile il primo bando di reclutamento
PISTOIA. In provincia di Pistoia ci sarebbe bisogno di 27 medici di famiglia in più rispetto a quelli che ci sono, e di 31 medici di guardia medica (continuità assistenziale, come si chiama nel gergo regionale). Non sono pochi, se si pensa che in totale i medici di famiglia in provincia sono circa 200 e circa 40 quelli di guardia medica. A certificarlo, ambito per ambito, è la delibera firmata dal direttore generale dell’Asl Toscana centro Paolo Morello Marchese, che istituisce le «zone carenti» (di assistenza medica, appunto) per il 2022.
Non significa, bene dirlo subito, che all’improvviso poco meno di sessanta medici siano spariti e che di conseguenza migliaia di pistoiesi siano senza assistenza. Significa invece che in una situazione ottimale, quelli sono i numeri che sarebbero necessari per potenziare le schiere dei medici di famiglia e di quelli che si occupano della guardia medica. Sono numeri calcolati su un parametro preciso, individuato dal contratto che lega i medici al servizio sanitario nazionale. Nel caso dei medici di famiglia, ad esempio, si prevede un camice bianco ogni 1.200 abitanti residenti. Poi, nella pratica, succede che ciascun medico può avere fino a 1.500 pazienti e, con la deroga, addirittura fino a 1.800. E così, al netto dei periodici pensionamenti, nessuna famiglia – di regola – è priva di assistenza.
Comunque, tornando alla delibera dell’Asl, quella è l’istantanea del livello di assistenza che sarebbe necessario. Una delibera del genere viene approvata ogni anno. Su quella base ad aprile la Regione aprirà il bando per conferire gli incarichi: negli ultimi anni, i candidati sono sempre molti meno dei posti a disposizione. Così, dopo un bando bis, questa volta a livello nazionale, si fa generalmente un terzo bando aperto ai medici che stanno frequentando il corso di formazione in medicina generale. I posti non assegnati vengono rinviati all’anno successivo.
«Le singole situazioni – spiega il direttore della Società della salute Daniele Mannelli – sono caratterizzate soprattutto dalla presenza o meno di medici che possono ancora accogliere pazienti. Pistoia, ad esempio, nonostante gli 11 posti liberi, è in una buona situazione, perché ci sono molti medici che possono prendere ancora dei pazienti prima di raggiungere il loro tetto. Quarrata, invece, ha solo 4 posti liberi ma è messa peggio, perché lì tutti i medici di famiglia in servizio sono già al massimo».
«Questi numeri – sintetizza la vicesindaco e presidente della Società della salute Anna Maria Celesti – sono il segnale di un fabbisogno, che non riguarda solo i medici di famiglia e quelli della continuità assistenziale, ma anche tante branche specialistiche, dagli ortopedici agli anestesisti. Il problema è che in questi anni è mancata la programmazione e ora che la leva di sanitari entrata nel 1987, ai tempi della riforma, sta andando in pensione, il problema emerge. Ci vuole una vera programmazione. Questo tema si può affrontare solo al livello di conferenza Stato-Regioni, occorre che siano le Regioni a farsi sentire».
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