La morte di Ludovica Bargellini: a Roma per inseguire i suoi sogni infranti nell’auto contro un muro
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Il padre Stefano, sopraffatto dal dolore, ringrazia per la vicinanza. Il fotografo Zollo: «Una contagiosa gioia di vivere»
PISTOIA. «No, sono a Roma e non ce la faccio a dire niente. Comunque grazie per il vostro lavoro».
Stefano Bargellini e la moglie Daniela Carobbi, la scorsa notte sono partiti dopo aver ricevuto la telefonata che nessun genitore si augura mai di sentire. Nel dolore, mantiene una cortesia e una disponibilità a rispondere che dicono molto del suo carattere e del modo in cui lui, funzionario del Comune in pensione, e la moglie, insegnante alle scuole medie, hanno educato la loro unica figlia. Ludovica Bargellini, 35 anni, diplomata al Liceo classico Forteguerri, dopo aver frequentato il Polimoda di Firenze, si era iscritta al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Due le sue grandi passioni: i costumi e la recitazione. Per seguirle si era trasferita, come tanti giovani che inseguono i propri sogni, nella capitale. E lì, intorno all’1, 20 della notte tra lunedì e martedì, ha perso la vita in un terribile incidente stradale all’incrocio tra via Colombo e via di Grotta Perfetta. Secondo la ricostruzione di vigili urbani e carabinieri, la giovane avrebbe fatto tutto da sola, andando a sbattere con la Lancia Y contro un muro. Forse per un colpo di sonno. Ludovica Bargellini è spirata poco dopo il suo arrivo all’ospedale Sant’Eugenio.
«Ci sono accadimenti improvvisi a cui non possiamo credere, tanto sono irreali e duri da accettare. Ti abbraccio Ludovica, assieme ai tuoi genitori Stefano e Daniela, ma per me ci sei e ci sarai sempre, con la tua contagiosa gioia di vivere». Fabrizio Zollo la conosceva sin da quando era bambina. Era collega in Comune di suo babbo Stefano. Ad attirare una giovanissima "Ludo" fu un corso di disegno tenuto da Zollo, che è anche un artista a tutto tondo: editor, disegnatore, fotografo. «Tenevo un corso di disegno. Ludovica, che aveva 14 anni, mi chiese di partecipare. Io le dissi che dovevo parlarne con il padre, perché era un corso con disegni di nudo e modelli. La famiglia acconsentì a che lei vi prendesse parte. Quando ha compiuto 18 anni ha posato come modella. Il nonno era un provetto pittore, che da giovane aveva aperto una galleria d’arte a Montale. Ludovica - prosegue - amava disegnare modelli di abiti da scena. E per seguire questa passione ha frequentato il Polimoda di Firenze, trasferendosi poi a Roma per studiare costume. Poi è entrata in primo piano la recitazione». «Di questa amica riguardo ogni tanto le foto che le ho fatto ai miei shooting. Ludovica era una farfalla, una persona curiosa. Non è stato facile per la famiglia aiutarla e consigliarla sulla strada da prendere. Ma non hanno ostacolato i suoi desideri. Soprattutto, anche dopo aver raggiunto buoni risultati, come il ruolo nella serie di Sorrentino, Ludo non se ne vantava. Lei recitava e disegnava perché glielo richiedeva la sua natura, non per fare marketing di se’ stessa».
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