Da sabato era ricoverato a Cisanello: con la sua auto era precipitato da Ponte San Piero ed era finita sul greto del Serchio
LUCCA. È giunta a un tragico epilogo la vicenda di Antonio Martinis, il 31enne chef originario di Saltocchio e residente a Capannori, che dalla notte del 23 aprile era ricoverato all’ospedale di Cisanello a seguito di un incidente: la sua auto era precipitata da Ponte San Piero ed era finita sul greto del fiume.
Un volo di sette metri, nel quale Martinis aveva riportato ferite gravissime. Solo il tempestivo intervento di un carabiniere, che gli aveva praticato il massaggio cardiaco, era riuscito a tenerlo in vita in attesa dell’arrivo dell’ambulanza e del successivo trasferimento nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale pisano.
Da allora Antonio è rimasto sospeso tra la vita e la morte. I medici che in questi giorni hanno fatto il possibile per salvarlo. Ieri, però, la battaglia si è interrotta e la speranza è svanita. Attorno alle 14 è iniziata la procedura per la constatazione di morte cerebrale: trascorse sei ore, in assenza di attività vitali, il ragazzo è stato dichiarato morto dal collegio di tre medici convocati per l’accertamento. Dopo aver avuto la notizia del decesso i familiari hanno dato il via libera all’espianto degli organi. Oggi verrà stabilità la data dei funerali.
La notizia ha scosso Lucca e la Piana, dove Martinis e la sua famiglia sono molto conosciuti. Da ragazzino Antonio ha militato negli esordienti della Folgor Marlia, giocando nel ruolo di portiere e stringendo legami che ancora oggi si portava dietro. Oltre al pallone, l’altra sua grande passione era la cucina ed era stato talmente bravo a coltivarla da farne una professione. Dopo le scuole medie, infatti, aveva frequentato l’istituto alberghiero di Barga e si era formato per diventare un apprezzato chef, lavoro che lo aveva portato a dirigere la cucina del ristorante "La parte degli angeli", nel centro di Lucca.
La notizia della sua morte si è sparsa sui social già nel pomeriggio e in tanti hanno voluto lasciare un messaggio o postare una sua foto per testimoniare la propria vicinanza alla madre Daniela Bianchi e al padre Natale. Un modo semplice per dire che finché si è presenti nel ricordo di chi ci ha conosciuto, non si è mai davvero morti. In tanti, anche tra i suoi ex docenti all’Isi di Barga, hanno versato una lacrima pensando alla tragica sorte di questo trentenne, biondo, con il volto sorridente e una vita ancora tutta scrivere.
Eppure il destino lo ha beffato nella notte tra venerdì e sabato: la sua Hyundai, proveniente da via di Poggio, va a sbattere contro il parapetto di ponte San Pietro e lo frantuma. Non cade subito, rimane in bilico per qualche attimo, giusto il tempo di consentire all’amico che si trova in macchina con Antonio di scendere. Lui, però, non ce la fa: è bloccato nell’abitacolo e quando l’auto precipita viene sbalzato sul greto del fiume.