Russo, 56 candeline e il sogno nel cassetto: «La finale con il Palermo come 32 anni fa»

LUCCA. «I have a dream» non è solo il titolo del celebre discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto 1963 a Washington alla fine di una manifestazione per i diritti civili. La frase «Io ho un sogno» da oggi appartiene anche a Bruno Russo, la Ruspa rossonera, totem del calcio cittadino con la Lucchese come ragione di vita che lo ha visto calciatore, allenatore in Seconda, direttore sportivo, presidente e dirigente. Ieri Russo ha compiuto 56 anni. Ha ricevuto sms e telefonate d’auguri da tanti amici, calciatori ed ex compagni di squadra che ne hanno apprezzato lo spirito guerriero, la generosità e la passione per la sua attività. Ma nella sua testa c’è un desiderio. Un sogno che vorrebbe vedere realizzato in un mese che, storicamente, ha sempre portato fortuna ai colori rossoneri: maggio. «Nel mese mariano la Lucchese ha vinto il campionato salendo in B e la coppa Italia di serie C trentadue anni fa. E sempre a maggio è stata protagonista dell’impresa di Correggio quando, nei minuti di recupero dell’ultima giornata di campionato, la squadra vinse contro la capolista, la scavalcò in classifica e tornò nei professionisti. Due imprese storiche, profondamente differenti ma entrambe simboliche, che mi hanno visto protagonista prima in campo e poi in panchina con direttore sportivo». La cabala nel calcio è una componente molto importante e Bruno Russo intende cavalcarla sino alla fine: «Sì, ho un sogno. Chiaro, nitido, preciso. Disputare la finale playoff contro il Palermo che, guarda caso, è allenato da uno dei tecnici che stimo maggiormente: Silvio Baldini. Sarò nostalgico, sarò visionario, ma quella partita sarebbe il completamento di un ciclo, di un percorso di vita e di sport. A volte volere è potere. Credo che tutti insieme, squadra, città, media, possiamo coltivare e cullare questo sogno. Sono fiducioso. I ragazzi stanno bene e il nostro condottiero Guido Pagliuca che ho fortemente voluto in panchina può contare sull’intera rosa eccezion fatta per Francesco Fedato che ha concluso la stagione anzitempo e a cui vogliamo dedicare le prossime vittorie. Contiamo molto sui nostri attaccanti: da Belloni a Semprini, da Nanni a Ubaldi, da Ruggiero a Babbi sino a Rodriguez che a Gubbio per la prima volta sarà disponibile e potrà all’occorrenza dare il suo contributo alla causa rossonera. Il più bel regalo di compleanno? Spero di riceverlo domenica da questi straordinari ragazzi. Lo dico seriamente: non metto limiti a questa Lucchese convinto che sarà la mina vagante dei playoff». L’equazione Russo uguale Lucchese è riconosciuta da tutto l’ambiente del calcio: «Mi hanno mandato i loro messaggi di auguri tre persone a cui sono legato profondamente come Pino Vitale, Enrico Castellacci e Riccardo Maestrelli. Tutti hanno associato gli auguri di compleanno agli auguri per la Lucchese facendomi un grande in bocca al lupo per gli spareggi che ci attendono. Qualcosa vorrà pur dire. E questo riconoscimento mi riempie il cuore di gioia».

E c’è un altro traguardo raggiunto dalla Ruspa rossonera: la tanto agognata dichiarazione di interesse pubblico. «All’inizio della nostra avventura datata luglio 2019 non ci credeva nessuno. Io invece ho sempre avuto fiducia nell’amministrazione comunale che, nonostante le mille difficoltà causate dalla pandemia, attraverso dirigenti e con l’aiuto dei nostri progettisti dell’Aurora Immobiliare di Ciuffarella sono riusciti a presentare in commissione un progetto capace di dare a Lucca sportiva un futuro roseo. L’okay alla delibera esecutiva per la realizzazione del restyling del Porta Elisa è un primo importantissimo passo che ha trovato unità d’intenti della stragrande maggioranza delle forze politica. E non era affatto scontato. Lucca merita di tornare nel calcio che conta per storia, cultura e tradizione. Un volano turistico in grado di far crescere e conoscere ancora di più la nostra amata città».