Pietrasanta, cittadinanza onoraria a Mussolini: il consiglio vota "No" alla revoca
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Bagarre e minacce di querele tra maggioranza e opposizione. Assenti i consiglieri di Fratelli d’Italia. Forza Italia, Lega e Pietrasanta prima di tutto si sono opposte
PIETRASANTA. Dal 1924 Benito Mussolini è cittadino onorario di Pietrasanta e, visto quanto successo due sere fa in consiglio comunale, probabilmente lo resterà ancora a lungo. Questo perché Forza Italia, Lega e Pietrasanta prima di tutto hanno detto no alla revoca dell’onorificenza assegnata, ben 98 anni fa, da uno zelante commissario prefettizio su “indicazione” del Fascio di Lucca. Richiesta di revoca, quella a firma di Pd, Insieme per Pietrasanta e Movimento 5 Stelle, che ha lastricato di contraddittori inveleniti e minacce di querele la discussione in sede consiliare.
«Difficile commentare la scelta della maggioranza che vede ancora oggi Mussolini affiancato a nomi come quelli di Pascoli, Mitoraj, Botero, Sepulveda e altre illustri persone – scrivono Pd e Insieme per Pietrasanta – non si trattava di cancellare la storia bensì di scrivere una nuova pagina per la città, tanto significativa quanto attuale: in un momento storico in cui forme dittatoriali stanno provocando guerre anche dentro l’Europa, abbiamo ritenuto doveroso e di buon senso chiedere la revoca di un’onorificenza a chi ha distrutto il Paese portandolo in una scellerata guerra mondiale, a chi ha macchiato la storia italiana con le leggi razziali più cruente di quelle naziste, a chi ha iniziato la dittatura con la responsabilità morale dell’omicidio di Matteotti, il cui ricordo è indelebile con il nome della “piazza del Comune”. Dispiace vedere poi come la Lega Nord fosse particolarmente agitata arrivando addirittura a minacciare una querela “preventiva” su eventuali ipotetiche dichiarazione del giorno dopo a mezzo stampa».
Il no alla revoca della cittadinanza al duce, messo a verbale da Giovannetti&co, ha però innescato un acceso dibattito e aspre critiche non solo in municipio, ma anche sui social e in città. «Quanto condanniamo e quanto siamo distanti dalla barbarie fascista e dall’ideologia di questo e di tutti i regimi totalitari, non dobbiamo certo affermarlo oggi – la replica di Forza Italia, Lega e Pietrasanta prima di tutto – fra gli atti più recenti, ricordiamo l’impegno, al fianco dell’amministrazione comunale e di migliaia di cittadini di Pietrasanta a sostegno del popolo ucraino, vittima di una guerra voluta dal regime russo; il nostro voto, convinto e unanime, al conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre e ancora il nostro contributo positivo ad approvare la posa delle “pietre d’inciampo” – con mozione presentata da Irene Tarabella, Nicola Conti e Lorenzo Borzonasca votata all’unanimità, ndr – a memoria di tutto quello che non dovrà più accadere e che fu frutto del nazifascismo. È anche vero che, finora, nessuno degli amministratori che si sono succeduti alla guida del nostro Comune aveva sentito la necessità di procedere alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. E neppure noi, la sentiamo. Perché è una parte di storia che non possiamo né ignorare né cancellare, deve restare come occasione di riflessione per tutti».
Lapidario Massimiliano Simoni, candidato a sindaco di Fratelli d’Italia. «La nostra assenza alla seduta di mercoledì scorso non si lega ad alcun motivo di imbarazzo per la questione-Mussolini: per quanto mi riguarda, ma penso di parlare anche a nome dei consiglieri Battaglini e Balderi, questa cittadinanza la possiamo revocare anche domani. Non eravamo presenti perché da tempo, in palese disaccordo con questa maggioranza, partecipiamo ai consigli solamente quando possiamo incidere, in positivo, sulla città e non quando si fanno delle chiacchiere inutili o sulla preistoria. Detto questo il Pd, che ha amministrato a lungo Pietrasanta anche con Nicolai e Lombardi, perché non ha pensato di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini quando aveva i numeri per farlo e attende sempre di essere all’opposizione per chiederlo? È quanto meno curioso questo modo di procedere».
Nota a margine, ma non troppo: nel 2018 il “Comitato cittadino 9 gennaio” inoltrò una lettera a sindaco e consiglieri di allora chiedendo, senza ottenere risposta, proprio la revoca della cittadinanza in questione. Ieri come oggi Pietrasanta si tiene invece ancora ben stretta l’onorificenza al duce.
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