Superbonus, ecco la proroga ma ci sarà da correre
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Villette: da giugno a settembre la scadenza per certificare il 30 per cento dei lavori. Resta il limite invalicabile del 31 dicembre per chiusura del cantiere e pagamento
Sono state introdotte nel decreto Aiuti, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, alcune importanti novità riguardanti il Superbonus 110. Che sono due: una proroga di tre mesi che in qualche modo aiuta gli interventi sulle unità unifamiliari (villette) e una cessione del credito più agevole, almeno apparentemente.
Il testo non è ancora definitivo, ma la conferma arriva dal ministero dell’Economia. Cerchiamo ora di capire le principali novità con l’aiuto dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).
Cominciamo dall’inizio: il Superbonus 110% è una misura di incentivazione, introdotta dal decreto legge “Rilancio” del 19 maggio 2020, per rendere più efficienti e sicure le abitazioni. L’obiettivo del Superbonus è chiaro: dare la possibilità a tutti i cittadini di riqualificare la propria abitazione a costo zero.
Quei tre mesi in più
Per condomini ed edifici composti da due a quattro unità immobiliari, per beneficiare del Superbonus 110% c’è tempo fino al 31 dicembre 2022. La percentuale cala nel 2024 (70%) e nel 2025 (65%). Per gli immobili di proprietà delle cooperative ed ex Iacp (Istituto autonomo case popolare) ci sarà tempo, invece, fino al 31 dicembre 2023, se al 30 giugno 2023 sarà stato completato il 60% dei lavori. Restava il nodo per le case unifamiliari, ora sciolto. Una prima proroga era arrivata con la legge di bilancio 2022, ma il decreto Aiuti fa un passo in più: rispetto alla data iniziale del 30 giugno 2022, la scadenza per asseverare il 30% dei lavori viene spostata al 30 settembre 2022, mentre resta invariata la scadenza per il completamento degli interventi al 31 dicembre 2022. Significa, in sostanza, che i proprietari di case singole, edifici unifamiliari e villette dovranno necessariamente terminare il 30% dei lavori entro il 30 settembre di quest’anno per avere diritto al Superbonus 110%. Insomma, hanno guadagnato tre mesi di tempo, fermo restando che dovranno terminare e pagare tutti i lavori entro il 31 dicembre. Secondo alcuni, solo un palliativo: con agosto di mezzo, i mesi in più a disposizione sarebbero solamente due. Resta poi la tagliola del 31 dicembre.
Quarta cessione ma...
Ma veniamo ora all’altra questione introdotta dal decreto Aiuti: la cessione del credito. Nel 2022, infatti, il Superbonus 110% si è reso protagonista di una serie di modifiche. E le principali riguardano proprio la cessione del credito, all’inizio illimitata, poi limitata a una volta, poi a tre e, ora, a una quarta. Ma cosa si intende per cessione del credito? Si tratta di un accordo con cui un creditore trasferisce il proprio diritto di credito a un terzo soggetto, che lo riscuoterà dal debitore. Nel caso del Superbonus 110%, a essere ceduto è il credito d’imposta, un credito verso lo Stato con cui si possono compensare i debiti o ridurre le imposte dovute. Cessione del credito e sconto in fattura, infatti, sono le formule che valgono non solo per i lavori ammessi al Superbonus 110%, ma anche per gli interventi di recupero edilizio (bonus ristrutturazione), di restauro delle facciate e d’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
Ebbene, il decreto introduce la possibilità di una quarta cessione del credito, utile per la banca che non ha più “capienza fiscale” e non sa più come venderlo. Potrà cederlo a un proprio correntista, che però non potrà rivenderlo ad altri. Misura giusta nello spirito ma con alcuni limiti che sono stati subito evidenziati. Secondo le anticipazioni del decreto, il credito deve essere venduto integro e non frazionato, una condizione che esclude dal mercato tutti i piccoli e medi correntisti. Va però detto che negli ultimi giorni ci sono state apertura da parte del ministero dell’Economia per un frazionamento almeno parziale della somma.
Come beneficiarne
Per usufruire del Superbonus 110% la prima cosa da fare è verificare con un tecnico quali interventi si possono realizzare (nel caso del Super Ecobonus gli interventi devono garantire il miglioramento minimo di almeno due classi energetiche). E, a quel punto, il cittadino potrà decidere se sostenere direttamente le spese, e ottenere così la detrazione al 110%, o scegliere lo sconto fino a un massimo del 100% dell’importo della fattura. In questo secondo caso le imprese riceveranno un credito d’imposta pari al 110% dello sconto praticato. © RIPRODUZIONE RISERVATA