Nautica, il Fattore Umano per consolidare il boom
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Carenze croniche nei profili produttivi mentre emerge il bisogno di nuove competenze
Comincia oggi l’illustrazione dei bisogni ocupazionali delle sette filiere che sono oggetto del progetto “Filiere e territorio” svolto in collaborazione con Confindustria Livorno Massa Carrara. Le informazioni sono tratte dall’Atlante Fabbisogni Professionali dell’Irpet.
La filiera della nautica da diporto si concentra in Toscana nell’area della Versilia e in particolare nel porto di Viareggio. Altri insediamenti storici sono quelli di Pisa, Livorno e della provincia di Massa Carrara. La crisi recente ha aumentato il peso della produzione dei mega yacht, mentre si è fortemente contratta la domanda di imbarcazioni di medie dimensioni. Sono le barche sopra i 50 metri (navi) e quelle sotto i 10 metri (natanti) a mantenere uno spazio nel mercato della nautica da diporto.
L’evoluzione in direzione di una produzione orientata al mercato del lusso impone una spinta decisa all’aumento di competenze specialistiche direttamente collegate alla filiera, che non si limita alla produzione di navi, ma abbraccia tutta la catena del valore, comprendendo riparazione, refitting e restyling, servizi di accoglienza in porto e a terra. La formazione delle competenze appare centrale per favorire il riposizionamento e l’evoluzione della filiera nautica, in prospettiva di un superamento della fase di crisi. Per far ciò è opportuno individuare le professionalità coinvolte a partire da una suddivisione delle attività dell’area nelle seguenti 5 macroaree: cantieri di produzione, imprese di riparazione e refitting, fornitura di falegnameria e tappezzeria, tecnologica e di progettazione; servizi in porto (banchine che ospitano le barche); servizi a terra.
Nella prospettiva dell’analisi di filiera sopra sintetizzata è possibile identificare la richiesta di fabbisogni formativi delle imprese in termini di specifiche figure professionali e di competenze. In termini generali, le imprese denunciano l’assenza cronica di personale specializzato da inserire in azienda. La crisi e i cambiamenti avvenuti nei decenni sul territorio hanno reso il settore meno attraente per le nuove generazioni e anche la capacità delle scuole navali di formare giovani pronti a entrare in azienda è fortemente diminuita. Il bisogno di istruzione e formazione professionale si è quindi trasformato, presentandosi con caratteristiche di forte qualificazione in tutte le cinque macroaree sopra identificate. Infatti, i bisogni professionali delle imprese si traducono nella richiesta di una formazione altamente specializzata, per realizzare la quale si rende necessario integrare i corsi teorici con esperienza diretta nei cantieri e nelle imprese, tramite affiancamento. La possibilità di svolgere stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro è ritenuta (al di là delle forme giuridiche scelte) imprescindibile per conferire ai potenziali nuovi lavoratori quelle competenze necessarie a inserirsi a pieno nei contesti aziendali.
Si individuano figure della filiera proprie della produzione come falegnami, carpentieri, elettricisti, idraulici, allestitori, verniciatori, saldatori, che abbiano però una preparazione specifica indirizzata alla costruzione, riparazione e refitting di mega-yacht. Si tratta di figure manifatturiere tipiche del distretto per cui è necessario un avvicendamento generazionale e una riqualificazione al passo con i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni.
Nella fase di progettazione sono necessari programmatori Cad, debitamente preparati sull’utilizzo dei software più diffusi nell’ambito della progettazione di barche, ma anche attenti alle nuove tecnologie (scanner 3D, visori, domotica). C’è poi la necessità di formare personale di bordo (comandanti, cuochi, hostess/steward), con specifica preparazione relativa agli yacht di lusso (e non alle navi mercantili). In questo senso, è presente una vicinanza con le figure provenienti dal mondo degli alberghi e della ristorazione, la cui preparazione va però integrata con la possibilità di svolgere esperienza diretta a bordo.
Tra le professionalità strategiche nel prossimo futuro si identifica una figura di coordinamento che in sede di accoglienza della nave in porto sia in grado di coordinare le esigenze del cliente con le professionalità presenti in loco ed eventualmente con i servizi disponibili sul territorio. Con un profilo più alto e formazione post-universitaria il project manager della nautica da diporto, un ingegnere con competenze economiche che lavori per più imprese del territorio, coordinando le azioni necessarie.