Baglietto, maxi investimento a Carrara: sette milioni di euro per i nuovi spazi

CARRARA. Una storia che parte dal 1854 nel mondo della nautica e che ha incrociato Carrara. Un “order book”, in gergo il portafoglio ordini dei clienti, che sfiora i 300 milioni di euro: «Ma è un numero destinato a crescere, perché abbiamo progetti e investimenti importanti, con attenzione anche su Carrara», assicurano i vertici. Poi ci sono i 19 motoryacht in costruzione nei due stabilimenti alla Spezia e Carrara; di questi 16 sono già venduti, tra i quali la metà tra 2021 e quattro nell’anno in corso. Poi altri tre progetti “cuciti su misura”, customizzati. E ancora: 6-7 milioni di euro nel 2022 in termini di investimenti solo su Carrara, tra attrezzature e capannoni. Questo il presente in numeri: il futuro prossimo si misura in tecnologia “green” e, per il lato apuano, in sfide e investimenti.

A delinearli, direttamente dalla sede di Marina di Carrara, è l’amministratore delegato di Baglietto Diego Michele Deprati. Specializzato nella costruzione di imbarcazioni in alluminio da 38-50 metri e megayacht dai 40 metri in acciaio e alluminio, l’azienda ha due sedi: La Spezia, il quartier generale, e Carrara che è la sede operativa (in viale Zaccagna). Due aree – rimanendo alla geografia carrarese – da cinquemila metri quadrati ciascuna. Una dedicata alle imbarcazioni militari (al momento un paio le commesse per la Marina Militare, viene fatto sapere); poi un’altra area con quattro capannoni nuovi per gli yacht fino a 50 metri. Inoltre «il leggendario marchio americano Bertram, specializzato nella costruzione di imbarcazioni per la pesca sportiva, dal 2015 è di proprietà della famiglia Gavio e parte del gruppo Baglietto. E prossimamente una nuova divisione Bertram opererà a Marina di Carrara e si occuperà della costruzione e commercializzazione del brand in Italia ed Europa. Contiamo di poter realizzare poi 20-30 imbarcazioni da 10-18 metri, non sono grandi imbarcazioni, ma sono numeri importanti che genereranno ovviamente delle ricadute», spiega l’amministratore delegato. Nuovi spazi, nuovi investimenti, opportunità lavorative, è l’equazione. Venendo ai progetti vicini alla consegna, all’inizio della primavera ecco il primo esemplare di Dom133, motoryacht in alluminio di 41 metri firmato Stefano Vafiadis. Lo yacht è stato trasportato presso gli stabilimenti spezzini per il completamento degli allestimenti. Della linea altre sei imbarcazioni sono nei capannoni carraresi (le consegne sono previste per il prossimo triennio). «Sì, il 90 per cento della produzione della linea Dom avviene nella sede carrarese; poi il restante 10 per cento alla Spezia, questo perché ovviamente non essendoci lo sbocco in mare certe operazioni a Carrara, al momento, non possiamo effettuarle. Un peccato, perché sono operazioni che coinvolgono 60-70 addetti, ma poi bisogna considerare l’indotto che le operazioni finali riescono a muovere; ci fosse questa possibilità si potrebbe generare un ulteriore indotto che coinvolgerebbe molte attività, a partire dalle strutture ricettive», fa notare sempre l’ad di Baglietto. E proprio su quest’ultimo argomento, è dei giorni scorsi l’arrivo del protocollo con il quale due terminalisti dello scalo carrarese si impegnano ad applicare, come abbiamo scritto, dal primo maggio fino a fine anno, tariffe calmierate per l’alaggio e il varo dei natanti, calcolate sul presupposto di un numero minimo annuo di 140 operazioni che verranno effettuate dai terminalisti con l’ausilio delle gru di banchina. Questo, in attesa del famoso travel lift, invocato dalle aziende della nautica . «Sicuramente un progetto importante, ma dai tempi non stretti. Alle aziende di oggi servono tempistiche diverse, a noi servono approdi dove svolgere le operazioni finali sulle imbarcazioni, altrimenti siamo costretti ad andare alla Spezia, facendo perdere un’opportunità a Carrara».

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