Fiorentina, ecco chi può rendere magica la sfida del Franchi con la Juventus
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Biraghi accende la sfida: «Daremo il massimo e ci prenderemo questa vittoria». Terracciano deve tenere chiusa la porta, Gonzalez vuole continuare a fare gol
FIRENZE. «Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l’abbiamo deciso noi. Perché quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Chi viene con me? Su coraggio, andiamo!». La frase storica di John Belushi in "Animal house", film cult di fine anni Settanta (chi non è più giovane se lo ricorderà bene, chi è nato dopo si procuri in fretta il dvd o lo cerchi in rete) ben si sposa a questo clima di attesa e tensione che circonda la sfida di sabato 21 maggio alle 20,45 con la Juventus che per la Fiorentina vale davvero la stagione, e non è una frase fatta. In palio oltre ai tre punti c’è molto di più: il coronamento di un sogno (l’Europa) e la voglia di regalare ai propri tifosi una notte magica, impastata di coraggio, orgoglio, passione.
Notti così hanno bisogno di veri leader e grandi trascinatori, il contrario di quegli 11 (più i subentrati) che lunedì si sono fatti travolgere da una Samp già salva e reduce da una stagione buia. Dunque: chi saranno domani, sul rettangolo verde, gli uomini-guida della Fiorentina? A quali Firenze e Italiano affidano le maggiori speranze? Partendo dalla difesa il primo nome non può non essere quello di Nikola Milenkovic, uno dei veterani della squadra nonostante l’età ancora giovane: il centrale serbo ha già disputato un Mondiale ed è avvezzo quando c’è da affrontare cime tempestose, domani poi avrà pure tre motivi che gli daranno una carica speciale: il duello (condiviso con Igor) da vincere con l’amico/nemico Vlahovic, il riscatto dopo gli erroracci di Genova e il pensiero che potrebbe essere per lui l’ultima in viola dopo 5 stagioni. Abbiamo citato Igor e in effetti anche il gigante brasiliano, cresciuto a dismisura sotto l’attuale gestione, è uno di quelli che in cui la Fiorentina e la gente fanno affidamento per reggere l’urto contro la Juve. Non a caso la società lo ha voluto protagonista di un video diffuso ieri per chiamare a raccolta i tifosi. «Andiamo a combattere» l’urlo di battaglia di Igor in posa da boxeur.
Antidivo per eccellenza ma figura carismatica all’interno del gruppo (come il terzo portiere Antonio Rosati, l’uomo dei selfie e megafono dell’umore dello spogliatoio: «Lasciateci sognare» postò su Instagram all’indomani della vittoria di Napoli), anche Pietro Terracciano può rivelarsi determinante al di là del ruolo che ricopre. Ora applaudito ora criticato Cristiano Biraghi è comunque il capitano, incarico fin qui ricoperto con orgoglio e impegno e il pensiero commosso a fine gara sempre rivolto ad Astori: «Con l’aiuto dei nostri tifosi cercheremo di prenderci questa vittoria, dobbiamo tirare fuori le ultime energie - ha detto in queste ore - Quando uscì il calendario dicemmo scherzando che ci saremmo giocato tutto con la Juve e così sarà, faremo una grande partita». A rappresentare e garantire la leadership in mezzo al campo sono in tre: Bonaventura con la sua esperienza e la sua classe, Torreira con la sua "garra" e il suo fosforo e il rientrante Amrabat con la sua fisicità: se il gioco si farà duro è lecito pensare che fino all’ultimo non molleranno. E in attacco? Al momento c’è un solo leader riconosciuto, comunque destinato a crescere: Nico Gonzalez. Altalenante, un po’ narciso, talvolta distante, ma appena diventa un cerino palla al piede illumina il campo e accende gioco e squadra. Senza dimenticare che negli ultimi tempi, pur faticosi, ha iniziato anche a segnare, cosa non da poco visto quanto c’è in ballo. E dunque su il sipario, su coraggio, e andiamo.
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