La grande storia di Osvaldo: 100 anni di vita per l’alpino che combatté nella guerra di Russia
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Bartolomei all'età di 19 anni lasciò la sua famiglia, il suo lavoro alla Smi, nella grande fabbrica della famiglia Orlando, per ritrovarsi, alcuni mesi più tardi, a combattere in Russia nel 1942
MARESCA. Quando il Ministro della difesa Lorenzo Guerini e il generale Francesco Paolo Figliuolo sono scesi dalla tribuna per abbracciarlo e baciarlo, il cuore gli è cominciato a correre all'impazzata. Perché all'ultimo raduno degli Alpini a Rimini c'era anche lui. Non poteva certo mancare Osvaldo Bartolomei, di Maresca, che oggi compie 100 anni, a questo appuntamento che, causa Covid, è stato atteso più del previsto. Non solo. E Guerini e Figliuolo, in quella occasione, hanno detto: «Quest'uomo ha fatto la storia». Perché sapevano che Bartolomei è uno degli ultimi reduci della campagna di Russia: Battaglione Alpini Sciatori "Monte Cervino". Sicuramente uno dei due più anziani che sono ancora in vita, assieme all'amico Giorgio Rulfi che ha 101 anni.
Bartolomei all'età di 19 anni lasciò la sua famiglia, il suo lavoro alla Smi, nella grande fabbrica della famiglia Orlando, per ritrovarsi, alcuni mesi più tardi, a combattere in Russia nel 1942. Testimone di una delle guerre più dure, Osvaldo ci accoglie nella sua abitazione a Maresca avendo sul tavolo mille incartamenti che parlano della campagna di Russia, di elenchi di amici che non ce l'hanno fatta, qualche medaglia e riconoscimento e il suo immancabile berretto di alpino. E come un fiume in piena il reduce racconta di quei giorni che non riesce a dimenticare. Tra l'altro anche un episodio fortunato. «Ero in ginocchio e sparavo assieme ad altri due. I Russi si vedevano a qualche decina di metri. Che naturalmente sparavano contro noi. Ad un certo punto – ricorda – sentii come se qualcuno mi avesse dato una spinta e finii per terra. Dietro a me c'era un alpino dei nostri con il mitragliatore che rimase colpito e morì poco dopo».
Quando ripensa a quei mesi, alla guerra combattuta, Osvaldo si fa anche molte domande. «Provo tanta rabbia, anche perché ogni giorno si pensava di rimetterci la pelle. Io mi ritengo fortunato, perché potevo davvero morirci».
Ed in effetti Osvaldo Bartolomei è risultato anche... deceduto, tanto che – per un beffardo errore – alla famiglia fu scritto che il proprio figlio era morto. Ma la sorpresa fu davvero tanta quando la madre e il padre lo videro tornare in convalescenza a Maresca.
Osvaldo Bartolomei adesso è un uomo pieno di vita che, nonostante qualche acciacco, il suo secolo di vita se lo porta davvero bene. Passeggia per il paese, legge molto ed è attento all’attualità. Quella che proprio in questi mesi, la guerra tra Ucraina e Russia, riempie giornali e televisioni. «Io le conosco bene alcune zone di cui si parla – conclude – e mi stupisco che nel 2022 ci sia una guerra e che non si capisca quanto sia sbagliato e faccia male. Sono per la pace sempre».
Osvaldo ha due figli (Rossella e Alvaro), la compagna Fernanda, il nipote Francesco e due bisnipoti. E oggi, alle 16, la piazza del paese di Maresca si vestirà a festa per omaggiare il suo “eroe” per poi concludere la giornata con un brindisi di auguri per il compleanno di Osvaldo. Auguri, naturalmente...