Incidente blocca la Fi-PI-Li, il leader dei pendolari: «Questo è il nostro incubo quotidiano»
PONTEDERA. Un incidente complicato tra Pontedera Ovest e Gello, con un camion e un’auto coinvolti, per fortuna senza gravi conseguenze per le persone coinvolte. È bastato questo perché il primo settimana di vero caldo, con un traffico da piccolo “esodo” sulla Fi-Pi-Li, diventasse un calvario per i pendolari.
Dante aveva immaginato nove cerchi concentrici dove i dannati venivano puniti a seconda del tipo di peccato. A scuola gli studenti caparbi provavano a mandarli a memoria: lussuriosi, golosi, avari. Fino al fondo della voragine, fino ai traditori. Ci sono invece dannati che non hanno mai avuto bisogno di attraversare il fiume Acheronte per vedere l’inferno. Un incubo a misura di automobilista, chiamato Fi-Pi-Li. Quei miseri sono i “Dannati della Fi-Pi-Li”, dai gruppi Whatsapp che aggiornano quotidianamente i loro quasi 2mila iscritti sulle condizioni del nastro di cemento più odiato della Toscana.
“Clacsonisti”, “incidentati”, “ritardatari”, “piazzolisti”, “sorpassatori impenitenti”. A ciascuno la sua pena. Al posto dei gironi infernali, i gruppi. Sono 8, uno meno di quelli danteschi, e nascono uno dietro l’altro perché il numero d’iscritti aumenta ogni giorno e il limite viene colmato. Quante anime perdute al volante. A gestire il tutto è un gruppo di sei volontari, che sono al contempo “dannati” e “guide” per le nuove anime che si avventurano sulla Fi-Pi-Li. Uno di loro, nostro Virgilio tra i problemi della superstrada, è Sandro Banchellini, pendolare per lavoro e volontario della Croce Rossa .
Banchellini, a lei che girone è toccato?
«Io viaggio tra Cascina e Pisa Nord-Est. Lavoro all’ospedale di Cisanello, vado avanti e indietro ogni giorno da anni».
E qualcosa è migliorato?
«Devo essere sincero?».
Siamo qui per questo.
«Niente, niente, niente. Ma zero. In questi giorni ci siamo confrontati con gli altri del gruppo e sinceramente abbiamo accolto con molto scetticismo le parole del presidente Eugenio Giani che dice che nel 2023 ci sarà la terza corsia. Io non ci credo. La Fi-Pi-Li doveva essere pronta per i mondiali del 1990».
Lei è tra i fondatori degli otto gruppi Whatsapp dei “Dannati”. Chi sono gli utenti?
«Persone normali, che vanno al lavoro e vorrebbero sapere che partono e arrivano senza dovere fare una fatica incredibile. Nell’ultimo periodo si sono avvicinati molti camionisti che chiedono sempre informazioni in tempo reale e spesso sono in grado di darle, perché sono fissi in Fi-Pi-Li. Chiedono di fare una raccolta firme, un reclamo. Vogliono spiegare la situazione: le buche, le corsie chiuse, le piazzole di sosta troppo piccole».
Com’è la vita di un dannato?
«Io per mia abitudine cerco sempre di partire abbastanza prima rispetto ai tempi che mi servono. Questo a prescindere dalla superstrada, che però ha allungato ulteriormente i miei calcoli. Devo dire che io ormai con i gruppi vedo in anticipo se ci sono dei problemi e a quel punto prendo l’Arnaccio o la Tosco-Romagnola allungando di dieci minuti o qualcosa in più. Questo dimostra l’utilità del gruppo, e va bene, però perché bisogna vivere in questo modo per andare al lavoro o fare uno spostamento?».
Il problema principale?
«La sicurezza. Tantissimi incidenti, spesso pericolosi. La strada è stretta, basta poco. E anche per i soccorsi non è facile arrivare sul posto, spesso si devono mandare gli elisoccorsi o si perde tempo. E il tempo in certe situazioni è fondamentale per salvare una vita».
La Fi-Pi-Li non ha solo problemi di interruzioni e code?
«No, ci mancherebbe, non ci facciamo mancare nulla. Faccio un esempio: nella tratta Cisanello-Cascina ci sono due autogrill, di cui uno aperto fino alle 20, mentre l’altro è chiuso nel fine settimana. E il bar è sempre chiuso. Mancano insomma anche i servizi».