Il trittico di Froment torna a casa nel monastero di Bosco ai Frati
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La splendida opera del 400 rientra nel programma Terre degli Uffizi
FIRENZE. Le “Terre degli Uffizi”, il programma espositivo condiviso e messo a punto dalla Galleria insieme Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei, si fregia di un nuovo fiore all'occhiello. Il trittico raffigurante le “Storie di Lazzaro, Marta e Maria”, capolavoro dal pittore francese Nicolas Froment, datato 1461, rimosso dal convento di Bosco ai Frati a San Piero a Sieve con le soppressioni napoleoniche, nel 1841 fu portato agli Uffizi. Ora, dopo quasi 200 anni, è il protagonista della mostra che si apre oggi proprio nel luogo di culto che per tanto tempo era stato la sua “casa”.
Il Trittico era stato commissionato dal vescovo Francesco Coppini (1402 -1464): il committente, identificato dallo stemma, è raffigurato in preghiera davanti alla Vergine, sulla parte posteriore di una delle ante, mentre al centro vediamo Gesù che resuscita Lazzaro pronunciando le parole “Lazare veni foras”, scritte in caratteri d’oro. «Influenzato dalla pittura fiamminga – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt - Nicolas Froment tende a caratterizzare le fisionomie, che assumono quasi l’aspetto di caricature. La meticolosa rappresentazione delle vesti, degli oggetti, di dettagli curiosi come quello della mosca sulla tavola apparecchiata, trasformano il racconto sacro in una continua fonte di meraviglie così come i paesaggi sullo sfondo evocano il mondo fiabesco delle corti nordeuropee del 15esimo secolo.
Possiamo dire che quest'opera è stata essa stessa oggetto di una resurrezione, grazie al restauro di alcuni anni fa finanziato dagli Amici degli Uffizi». Il Trittico era collocato nella chiesa del convento, dove fino agli inizi del l'Ottocento si trovava anche il Crocifisso ligneo di ambito donatelliano, ora esposto nella stessa sala dove è allestita la mostra, insieme ad altri tesori nati per questo luogo, la cui fondazione è del settimo secolo.