Il rigassificatore si farà a Piombino. Giani commissario dell'operazione: «Un'occasione per la città»
«C’è un aspetto importante – dice il presidente – il rigassificatore si inserisce nella fase più delicata per la rigenerazione e la valorizzazione della siderurgia a Piombino. Al farsi carico di un così forte interesse nazionale, deve accompagnarsi un sostegno da parte del Governo»
PIOMBINO. Un’accelerazione improvvisa. È così che una vicenda che pareva essere in stallo ha assunto una forma delineata nel giro di poche ore. Mercoledì 8 giugno sono arrivate le prime avvisaglie di una possibile svolta con l’incontro tra il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e il ministro alla transizione ecologica Roberto Cingolani.
«Il governo va avanti su Piombino», ha fatto sapere il sindaco che è apertamente schierato contro il rigassificatore. Sempre mercoledì 8 giugno, nel pomeriggio, ecco la prima manifestazione “anti gas” in città, con circa duecento persone riunite in piazza Gramsci. Ma il passo decisivo l’ha compiuto giovedì 9 giugno il presidente del consiglio Mario Draghi conferendo l’incarico di commissario straordinario al rigassificatore al presidente della Regione Eugenio Giani.
Lo stesso presidente bersaglio dei cari e degli slogan dei manifestanti piombinesi. «Non sono io che decido sul rigassificatore, ce l’hanno con me ma la decisione è del governo», aveva spiegato Giani nella mattina del 9 giugno durante il consiglio di fabbrica della Jsw. Dopo poche ore ha ricevuto la conferma da Roma (direttamente dal ministro Cingolani e dal sottosegretario Garofali) che sarà lui a guidare, per conto del governo, la partita del terminal gas.
Sì, perché la nomina di Giani non è che la conferma ufficiale del fatto che uno dei due rigassificatori che il governo vuole piazzare tramite Snam per ridurre la dipendenza nazionale dal gas russo sarà a Piombino. L’altro a Ravenna, come confermato dall’incarico fotocopia attribuito da Draghi al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. A Giani spetterà dunque il compito non semplice di trovare una mediazione tra gli interessi nazionali, legati all’approvvigionamento del gas, con gli interessi locali della comunità piombinese che, di certo, non vede di buon occhio, la collocazione di una nave lunga circa trecento metri in una delle banchine del nuovo porto che, dopo 2-3 anni, potrebbe essere spostata in rada, dopo che saranno ultimati i lavori per la tubazione sottomarina. O almeno questo è quanto è trapelato in questi giorni nei quali i tecnici di Snam hanno effettuato rilievi e compiuto valutazioni tecniche sulla destinazione Piombino.
Giani, contattato dal Tirreno, ha usato più volte il termine “occasione” parlando di rigassificatore. Occasione, ha spiegato poi in maniera più approfondita, per «uscire dall’angolo in cui la città è finita in seguito alla crisi della siderurgia – ha spiegato il presidente – Piombino è di nuovo al centro di dinamiche nazionali».
Per Giani, dunque, il rigassificatore dovrebbe essere un acceleratore per altri problemi che questa città ha sul tavolo da troppo tempo, a partire dalla annosa vertenza dell’acciaio. «C’è un aspetto importante – dice il presidente – il rigassificatore si inserisce nella fase più delicata per la rigenerazione e la valorizzazione della siderurgia a Piombino. Al farsi carico di un così forte interesse nazionale, deve accompagnarsi un sostegno da parte del Governo perché Piombino possa venire riconosciuto come polo strategico, capace di attrarre investimenti e creare lavoro e sviluppo nei suoi impianti siderurgici». «La Toscana – conclude Giani – sta già facendo la propria parte per garantire una maggiore autonomia energetica all’Italia, con l’impianto di rigassificazione già attivo a Livorno e con l’energia geotermica. Adesso cercherò di svolgere il compito che mi ha affidato lo Stato tenendo insieme l’interesse nazionale e la compatibilità ambientale in armonia con la comunità del territorio e con tutte le forze e soggetti interessati».
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