Gang del rame: rubati al cimitero di Lucca anche gli angioletti e le madonnine

La banda del rame torna a colpire di notte a San Lorenzo a Vaccoli. Prese di mira 19 tombe: via vasellame, croci e statue di bronzo

LUCCA. Dopo alcuni anni torna a colpire la gang del rame. Lo fa nella notte tra mercoledì e giovedì all’interno del cimitero di San Lorenzo a Vaccoli approfittando dell’assenza di misure di controllo attive (custode) o passive (telecamere e sistemi d’allarme) e profanando 19 lapidi facendo razzia di arredi sacri: vasi, portavasi, lumini votivi, croci, incisioni, portafotografie e statue di angeli e madonne tutte di rame o di bronzo. Tutto materiale facilmente ricettabile e molto redditizio visto che il costo del rame si aggira su un euro al chilogrammo. A dare l’allarme sono stati ieri mattina alcuni fedeli che, entrando dalla porta secondaria del camposanto per visitare il caro estinto, si sono trovati davanti uno spettacolo davvero poco edificante con fiori a terra e tombe danneggiate.

L’indagine

Del furto di rame e bronzo sono stati informati i carabinieri di San Lorenzo a Vaccoli che nel pomeriggio hanno raccolto le prime denunce avviando le indagini. Accertamenti che si preannunciano complessi proprio perché la prima telecamera in zona si trova nei pressi di un’officina meccanica sulla statale 12 del Brennero e da quella inquadratura è praticamente impossibile riprendere l’accesso secondario al cimitero dove sono entrati i malviventi. Il portone metallico è sempre aperto ed entrare da quell’area – dove si trova il piazzale delle Lavandaie – è un gioco da ragazzi. Basta spingere. Ma pure l’accesso principale che si affaccia su via Vecchia per Santa Maria del Giudice resta aperto pure di notte anche se da lì è più facile essere notato perché vi sono abitazioni e un maggior transito di vetture.

Il raid

Probabile che i malfattori, almeno due persone a giudicare dai danni ai loculi, siano arrivati con un furgoncino o con una macchina e al termine del raid abbiano caricato gli arredi sacri per poi dileguarsi senza lasciare traccia. Di certo c’è l’attenzione dei ricettatori dell’oro rosso è andata su 15 tombe dislocate nella parte più alta del cimitero e che sono state completamente spogliate di vasi e portavasi in rame e in bronzo mentre per altre quattro tombe marmoree scarnificate delle croci in rame e delle lettere in bronzo del caro estinto oltre a impossessarsi di statue e busti raffiguranti la Madonna o gli angeli. Una delle pesanti sculture è stata trascinata sino alla porta secondaria del camposanto in modo tale da lasciare un solco di un paio di metri nel vialetto di ghiaia che circonda la fila di tombe.