Muore a 19 anni nell'auto fuori strada, gravissime due amiche. Stavano tornado da una festa
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Signa, la Mercedes è finita contro un albero: le indagini per ricostruire la dinamica. Il dolore degli amici: «Uniti per farci coraggio»
SIGNA. Uno schianto nella notte. Una giovane vita stroncata e altre due appese a un filo. La tragedia si è consumata venerdì sera poco prima di mezzanotte in via Cattani Cavalcanti, la strada che da Artimino porta a Signa. L’auto su cui viaggiavano i tre giovani, una classe A nera, è finita fuori strada per cause in corso di accertamento.
Alla guida c’era Samuele Ignesti, diciannovenne signese. Per lui non c’è stato nulla fare. Nell’abitacolo con lui c’erano due amiche, di 14 e 15 anni, anche loro del posto. Lottano per la vita nella terapia intensiva dell’ospedale di Careggi. La prognosi è riservata. Toccherà ai carabinieri della compagnia di Signa, guidati dal colonnello Renato Saitta, ricostruire l’esatta dinamica del sinistro. L’allarme è stato dato dagli automobilisti sopraggiunti sul luogo dell’incidente.
La Mercedes classe A nera guidata dal diciannovenne era ridotta a un groviglio di lamiere. I vigili del fuoco di Firenze, intervenuti sul posto, hanno dovuto lavorare non poco per aprirsi un varco e riuscire a liberare i feriti. Le condizioni di Samuele sono apparse fin da subito disperate. Vani i tentativi di salvarlo messi in atto da parte di medici e sanitari. Sul posto sono arrivati, oltre a un’auto medica, il personale e un’ambulanza della pubblica assistenza di Signa, la misericordia di Lastra a Signa, la pubblica assistenza di Campi Bisenzio e anche un mezzo da Peretola. Le due ragazzine, dopo essere state stabilizzate sul posto, sono state trasferite al pronto soccorso dell’ospedale di Careggi, dove vengono portati tutti i casi di traumi gravi dell’area fiorentina. Entrambe sono state sottoposte a operazioni chirurgiche d’urgenza nel corso della nottata. Un primo intervento per cercare di ridurre i danni conseguenti alle lesioni riportate. La degenza prosegue nel reparto di rianimazione. La loro condizioni sarebbero molto serie, ma i medici stanno facendo tutto il possibile per salvarle. I rilievi eseguiti dai carabinieri della compagnia di Signa sono andati avanti per tutta la nottata. Dell’incidente è stato informato il magistrato di turno, Fedele La Terza.
Sullo scontro la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo, senza indagati. Al momento si tratta di un atto dovuto, per avere la possibilità di effettuare tutti gli accertamenti del caso. La Mercedes classe A è stata posta sotto sequestro dai carabinieri e trasferita nella depositeria della Scaf di Firenze, in via della Stazione delle Cascine. La salma del diciannovenne è stata portata all’istituto di medicina legale di Careggi. Il sostituto procuratore La Terza ha disposto l’esame autoptico sul cadavere, che sarà effettuato nella giornata di martedì, dopo che sarà stato conferito l’incarico al medico legale.
Sulla dinamica dei fatti al momento c’è prudenza da parte dei carabinieri incaricati delle indagini. I giovani tornavano da Artimino, dove si erano visti con alcuni amici per festeggiare la fine della scuola. Superata la parte più tortuosa del percorso, la Mercedes percorreva un tratto in discesa. All’uscita da una curva, per cause da chiarire, il diciannovenne alla guida ha perso il controllo. L’auto ha sbandato verso destra, finendo contro un albero. L’impatto è stato violentissimo. Solo le indagini potranno dire se possa aver influito la velocità di marcia. In quel tratto il limite è di 60 chilometri orari. Il magistrato disporrà anche gli esami tossicologici e alcolemici: atti dovuti, per escludere anche l’eventualità che il guidatore possa essersi messo al volante in stato di alterazione. Quando l’auto è uscita dalla carreggiata, in base a una prima ricostruzione, la ruota anteriore destra avrebbe superato la linea di soccorso finendo in una parte di terreno senza asfalto e in pendenza, che digrada verso il vialetto d’ingresso di una villa della zona. Proprio a causa della pendenza, potrebbero essere bastati pochi centimetri fuori dall’asfalto per rendere impossibile riportare l’auto in carreggiata. Probabilmente Samuele ha tentato il tutto per tutto, prima del terribile impatto contro l’albero.
Tre rose rosse per Samu. Il dolore dei suoi amici: «Uniti per farci coraggio»
Tre rose rosse adagiate ai piedi di un albero per una vita spezzata troppo presto. Perché è lì che la vita di Samuele Ignesti si è fermata per sempre, in un punto di via Cattani Cavalcanti, all’altezza del numero civico 19, mentre con due amiche tornava da una serata ad Artimino. Era un ragazzo gentile Samuele, moto e macchine erano la sua passione ed era legatissimo alla famiglia e agli amici. Quegli amici che ancora increduli per l’accaduto si sono riuniti nel punto in cui è deceduto per ricordarlo, per salutarlo ancora una volta, cercando di farsi coraggio l’un l’altro per affrontare il dolore. Aveva solo 19 anni Samuele, ancora un paio di giorni e ne avrebbe compiuti 20, il 13 giugno, e tanti progetti ancora da realizzare. Da non molto aveva una nuova occupazione, lavorava alla Gilbarco Veeder Root, azienda che produce sistemi per impianti di carburante; ma i motori erano la sua passione più grande. «La cosa che amava di più erano le macchine e le moto – hanno raccontato infatti di lui gli amici – e poi gli piaceva pescare».
Una passione confermata anche da chi conosce la famiglia e frequenta i luoghi in cui il giovane abitava, nella zona industriale di Signa. «Gli piaceva dilettarsi con i motori – hanno raccontato dal bar la Tosteria dove spesso il padre, ambulante molto conosciuto in zona, andava a fare colazione – e gli piaceva montare e smontare le cose». Altri ancora hanno ricordato: «Era così orgoglioso della sua macchina, ci teneva tantissimo». Sì, ci teneva a quella Mercedes Classe A che stava guidando venerdì sera quando per cause ancora da accertare si è scontrato contro un albero e a niente sono valsi gli sforzi dei soccorritori che hanno cercato di salvarlo. Amava divertirsi Samuele, con gli amici usciva nella zona della stazione, ma era anche molto attaccato ai suoi genitori. «Lo vedevamo spesso insieme a loro» dice chi conosce la famiglia. Grandissimo poi il dolore del sindaco Giampiero Fossi, che quel ragazzo l’aveva visto praticamente crescere, abitando vicino alla famiglia Ignesti: «Per me è un grandissimo dispiacere personale – ha detto – Era un bravissimo ragazzo, molto attento e legato ai genitori».