«Dichiarazione falsa sul quinto dello stipendio»: a processo ex dirigente comunale
Elba, le contestazioni risalgono a quando è stato segretario a Portoferraio: «Mai firmato quel documento, un complotto contro di lui»
PORTOFERRAIO. Secondo l’accusa avrebbe inviato una dichiarazione non veritiera al Comune di Portoferraio per farsi riaccreditare una parte dello stipendio – il cosiddetto “quinto” – trattenuto a causa di una pronuncia del tribunale relativa a una vicenda familiare che niente ha a che fare con la sua professione. Una tesi che però, l’ex segretario e capo del personale ora in pensione Michele Pinzuti, avversa con forza: non solo sostenendo di non aver mai firmato quel documento che gli contestano di aver mandato agli uffici – per questo, fra pochi giorni, il tribunale effettuerà una perizia calligrafica con un consulente tecnico d’ufficio – ma anche che contro di lui vi fosse «un complotto interno per screditarlo», sostiene il suo avvocato, lo spezzino Alessandro Civitillo, che lo difende nel processo.
IL PROCESSO
È con le accuse di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico che l’ex dipendente pubblico pisano e dirigente di 66 anni Michele Pinzuti – ultimamente segretario generale del Comune di Siena, costretto da una sentenza della corte d’appello di Firenze lo scorso aprile ad andare in pensione contro la sua volontà – è a giudizio davanti al collegio del tribunale di Livorno, presieduto da Ottavio Mosti. Il pm titolare dell’inchiesta, che risale al 2015, è Massimo Mannucci e nei giorni scorsi, nell’ultima udienza, è stato nominato come perito il grafologo Paolo Zanetti, che dovrà appurare se la firma che il Comune di Portoferraio reputa di Pinzuti su quella dichiarazione sia autentica o meno. È quella del documento contestato, denunciato ai carabinieri dell’isola d’Elba, con il quale di fatto si è avviato il procedimento che ora lo vede come imputato. Nel corso delle udienze è stato chiamato come testimone anche l’allora sindaco del capoluogo elbano Mario Ferrari.
LA DIFESA
La difesa contesta in toto la tesi dell’accusa, reputando sempre trasparenti le condotte di Pinzuti, «una persona che non sarebbe mai voluta andare in pensione – commenta il suo legale – perché tanto, alla società, riteneva ancora di dare. Quando è stato costretto a lasciare il lavoro, al Comune di Siena, gli hanno fatto una grande festa. Una persona benvoluta dai colleghi». Il sessantaseienne – originario di Pisa e residente a Pontremoli, in Lunigiana, dove ha anche lavorato – nella carriera professionale ha ricoperto tantissimi incarichi, pure quello di assessore per il Comune di Sanremo, in Liguria. Nel 2004 è stato, ad esempio, segretario e direttore generale nell’amministrazione di Massarosa, in Versilia, stesso ruolo dal 1996 al 2001 a Casale Marittimo, in provincia di Pisa. Poi lo è stato a Prato, mentre dal 1976 all’86 aveva vinto un concorso come istruttore direttivo all’Università di Pisa, dove si era laureato in giurisprudenza.