Allarme acqua, l'esperto: «Piogge giù dell’85 per cento, ora si rischia il bis del 2003»

Muove i suoi primi passi da pochi mesi appena e già si trova ad affrontare la prova del fuoco; (quasi) letteralmente. È ItaliaMeteo, la nuova agenzia nazionale per la climatologia e meteorologia costituita, al termine di un tortuoso iter durato oltre un ventennio, con la legge di bilancio 2017 per affiancarsi come servizio “civile” all’operato dell’aeronautica militare e a quello degli enti che già operano sul territorio (come il consorzio Lamma di Regione Toscana). Ed è il suo direttore Carlo Cacciamani a spiegare la crisi-siccità.

Direttore, che tipo di estate stiamo attraversando?

«Siamo in una situazione di siccità causata da un apporto pluviometrico veramente basso, anche più basso rispetto agli anni delle siccità feroci come il 2017. Questi valori si riflettono sulle portate dei fiumi, con intere regioni che hanno già chiesto lo stato di calamità. È uno stato di anomalia».

Come si definisce un’anomalia?

«Si parte da elaborazioni di tipo statistico sulle serie storiche dei dati, quindi si fa una media e si stabilisce un valore “normale”. È anomalia quando, dato un periodo, sommando i singoli valori e sottraendo il valore medio dello stesso periodo precedente si ottiene un risultato che non è in linea. Il nostro clima di riferimento è quello dei 30 anni dal 1990 al 2020. Se in un anno ci si attende che debba piovere un certo quantitativo “X” ma piove meno, quello è un anno siccitoso; stesso discorso si può fare anche per i semestri».

Qual è la causa di questa specifica anomalia?

«Causa dell’aumento delle ondate di calore e dei periodi di siccità è il cambiamento climatico. L’anomalia (in senso lato) è che ce ne sono di più e con maggiore intensità».

Cos’è successo? E cosa sta succedendo?

«Quest’anno, a livello nazionale, ci sono state anomalie di precipitazioni fino all’85 per cento. In autunno, inverno e primavera è piovuto molto poco ma è anche nevicato molto poco, il che rappresenta un problema ancora maggiore: oltre ai ghiacciai che si ritirano, non c’è infatti neve fresca che si scioglie per diventare acqua nei fiumi. Allo stesso modo si stanno verificando aumenti di temperature e ondate di calore come nell’estate pazzesca dell’annus horribilis 2003, quando causarono grandi problemi anche a livello sanitario con ricoveri e decessi. Anche l'agricoltura, che utilizza fra il 60 e il 70 per cento dell'acqua estratta dalle falde, quest'anno ha un bisogno enorme».

Cosa ci aspetta nel breve periodo?

«Nei prossimi giorni, l’anticiclone africano che risale dal continente persisterà mantenendo condizioni di tempo stabile con temperature elevate e sicuramente assenza di precipitazioni forti. Andando più avanti le certezze necessariamente diminuiscono, ma possiamo ipotizzare che non sarà un’estate particolarmente piovosa e ci attendiamo un’altra “botta” di calore come quella di maggio. Nel frattempo le temperature rimarranno sopra i 30 gradi per scendere un po’ tra sabato e domenica, quando potrebbero cadere fra i 2 e i 3 millimetri di acqua».

Questa pioggia sarà sufficiente per porre fine alla siccità?

«La pioggia che ci “serve” è quella continua e di intensità modesta (15-20 millimetri al giorno per diversi giorni), quella che va a erodere il fenomeno della siccità andando a incidere sulle falde sotterranee. Enormi precipitazioni e concentrate avrebbero invece l’effetto di un secchio rovesciato in un lavandino sperando di centrare il buco: un gran rumore e molta acqua sprecata».

Questo meteo anomalo a cosa corrisponde? A scuola s’insegnava che il Mediterraneo “gode di un clima mite e temperato”.

«L’andamento climatico c’è ed è forte, e il Mediterraneo è un hot spot climatico; letteralmente un “punto caldo”. Il famoso “grado in più negli ultimi 100 anni” si è registrato anche nel nostro Paese; anzi, l’aumento è stato anche superiore».

Cosa si può fare?

«Occorre intervenire sulle cause e avviare buone pratiche per mitigare i danni. È prezioso anche il ruolo dell’informazione: lasciamo stare Caronte (il nome affibbiato all’anticiclone) e le “bombe d’acqua”. I cittadini possono informarsi presso fonti di servizio pubblico, come il consorzio Lamma in Toscana».