Processo per la morte di un lavoratore di 57 anni: imputato è il collega. Parla il responsabile sicurezza Uilm: «Non seguite le regole basilari»
SAN MINIATO. «Bisogna che il lavoratore riceva una formazione teorica e pratica, come da testo unico sulla sicurezza e accordo nella conferenza tra Stato e Regioni. Nei documenti che ho visto manca tutto: è come guidare un’automobile senza la patente». Non usa giri di parole Andrea Farinazzo, responsabile sicurezza Uilm nazionale, intervenendo come consulente e testimone nel processo per la morte di Antonio Domante. L’operaio, 57 anni, originario di Favara in provincia di Agrigento, l’11 ottobre di tre anni fa non ha avuto scampo: schiacciato dal mezzo agricolo e ferito dalle lame che vengono usate per tritare il legno. Stava lavorando nelle campagne di San Miniato insieme al collega Ion Lupascu, 56 anni, per ora unico imputato nel processo per omicidio colposo.
Dall’incidente nacquero due procedimenti: uno nei confronti del collega, dunque l’udienza che si è svolta ieri in tribunale; l’altro nei confronti del titolare della ditta, Romanelli, proprietario della Igo&M,che aveva avuto in subappalto da Eni i lavori per la pulizia dei terreni intorno all’oleodotto e metanodotto che da Livorno arriva a Calenzano.
Il pubblico ministero Mantovani aveva chiesto l’archiviazione per Pietrangeli e andò avanti soltanto il procedimento per Lupascu.
Lupascu si trova di fronte al tribunale perché quel giorno era insieme a Farinazzo, con il compito di manovrare il macchinario tagliaerbe che poi ha schiacciato e ucciso, ferendolo con le lame, il collega siciliano.
Secondo le dichiarazioni del datore di lavoro, Lupascu era l’operaio istruito sull’utilizzo del macchinario agricolo in questione. Ed è questa affermazione che Farinazzo nella sua testimonianza ha messo in discussione.
«Dalla messa in servizio, l documento prodotto per dimostrare l’avvenuta formazione dei lavoratori, non risulta nessun tipo di formazione adeguata. Viene semplicemente attestata la consegna del macchinario. C’è l’obbligo di documentare, riguardo alla formazione, la data di entrata del lavoratore, insieme alla firma del docente formatore e del partecipante. Tutte cose che mancano in questo caso», spiega Farinazzo di fronte al giudice Giulio Cesare Cipolletta. Per poi aggiungere: «Ci sono 1131 decessi sul lavoro in un anno, eppure vedo che non vengono seguite le regole basilari». Farinazzo peraltro non aveva nemmeno la stessa mansione.
L’avvocato Sara Baldini, che rappresenta il sindacato Uilm, dov’era tesserato Farinazzo, ha fatto opposizione contro l’archiviazione del procedimento contro il datore di lavoro e il giudice Murano l’ha accolta. Dunque il pubblico ministero ha dovuto formulare l’imputazione e la prima udienza si terrà il 9 marzo del prossimo anno. I familiari di Farinazzo sono difesi dall’avvocato Laura Deri e dall’avvocato Matteo Baldacci.
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