Ballotaggio a Carrara: sfida appassionante, sarà decisa al fotofinish

CARRARA. Urne aperte, dalle 7 alle 23 di oggi, e poi nel giro di un’ora o poco più si conoscerà il nome di chi guiderà l’amministrazione comunale per i prossimi cinque anni: Serena Arrighi o Simone Caffaz. Si è finalmente chiusa, come scrivevamo ieri, una campagna elettorale estenuante, adesso come si suol dire, la parola passa agli elettori.

I numeri

Due settimane fa, al primo turno (si votava in concomitanza dei cinque referendum sulla giustizia che, come noto, non hanno raggiunto il quorum) i votanti sul territorio comunale sono stati il 51,72%, cioé 27.553 sui 53.274 aventi diritto al voto (25.521 maschi, 27.753 femmine). Quella dell’affluenza è l’incognita più grande, oltre ovviamente all’incertezza sull’esito di una competizione elettorale che assomiglia davvero a una corsa che si concluderà, almeno nelle previsioni, al fotofinish, sul filo di lana.

Negli anni i cittadini hanno perso sempre più passione per le urne, ma se un tempo almeno le amministrative reggevano, adesso è stata un’impresa superare il 50%; cinque anni fa, al primo turno i votanti erano stati 31.707, pari al 58,23%, e al ballottaggio 26.708 (49,05%); già rispetto al primo turno del 2017 si sono persi per strada più di quattromila votanti, il timore è che oggi il richiamo del mare sia più forte di quello delle urne. Ma il voto è una grande conquista e quindi l’auspicio è che i cittadini contribuiscano in buon numero ad una scelta così importante.

Nel 2017 la sfida era fra il Movimento 5 Stelle di Francesco de Pasquale e il centrosinistra di Andrea Zanetti, che partivano al primo turno con un vantaggio del futuro sindaco (27,27%) ma non eclatante (25,28% per Zanetti); quel vantaggio di circa due punti percentuali invece al ballottaggio si trasformò in un successo straordinario dei grillini (65,67% per De Pasquale), inaugurando la stagione dell’amministrazione pentastellata.

Cinque anni non facili, contraddistinti anche dalla pandemia, da qualche promessa non mantenuta, da un po’ di immobilismo ma anche con alcuni atti approvati, quali il Poc e il regolamento degli agri marmiferi, su cui i candidati al ballottaggio si sono già espressi in campagna elettorale, come si sono espressi anche nel giudizio politico sul monocolore grillino.

Ago della bilancia

Come si vede in grafica, i due candidati sulla carta partono più o meno appaiati, a fare la differenza potrebbe essere proprio l’orientamento che avrà l’elettorato a 5 Stelle. Fermo restando che in politica le sorprese sono sempre dietro l’angolo, le variabili molte e che non sempre due più due fa quattro, ai nastri di partenza Arrighi e Caffaz sono quindi quasi alla pari, con Caffaz che, grazie agli apparentamenti, sulla carta ha recuperato il gap rispetto al primo turno.

Fuori dagli apparentamenti e dagli endorsement sono rimasti proprio i 5 Stelle, con una salomonica libertà di coscienza espressa da Matteo Martinelli. Quei 1.362 voti potrebbero alla fine, sempre in linea teorica, fare la differenza.

La scheda

Riproponiamo anche il fac simile della scheda che gli elettori si vedranno consegnare al seggio. Simone Caffaz si presenta con dodici liste, Serena Arrighi con le stesse cinque del primo turno, e l’appoggio dichiarato delle liste di Rigoletta Vincenti (a parte i 5 Stelle) e dei socialisti di Angelo Zubbani; così Serena Arrighi cercherà, dopo vent’anni dall’elezione dell’ultimo sindaco Pd (il partito si chiamava Ds per la verità), cioè Giulio Conti, nel 2002, di ridare al principale partito del centrosinistra la guida della città. Simone Caffaz, appoggiato da Cosimo Ferri e Andrea Vannucci cercherà invece di ottenere invece un risultato storico, e cioè dopo 70 anni portare il centrodestra, seppur con la connotazione del civismo, alla guida di quella che fino all’arrivo dei grillini era una roccaforte del centrosinistra.