Sorride Serena Arrighi, è lei la nuova sindaca di Carrara
Contrariamente alle previsioni, è stato un successo netto. Premiata la coerenza di non aver allargato la coalizione
CARRARA. Serena Arrighi è la nuova sindaca di Carrara, 28 anni dopo Emilia Fazzi Contigli, che fu la prima a vincere dopo la riforma dell’elezione diretta (e fu un’ottima sindaca): un successo netto, 57,64 a 42,36, e non sul filo di lana come nelle previsioni, e che permette al centrosinistra, dopo la parentesi dei 5 Stelle, di tornare alla guida di palazzo civico, e in particolare al Pd di riesprimere il primo cittadino (in questo caso una prima cittadina), vent’anni dopo il successo del ds Giulio Conti. Ci sarà molto da riflettere sulla bassa affluenza, poco più del 41,1%, ma ora Serena Arrighi può sorridere soprattutto perché ha giocato una partita coraggiosa e con determinazione, ha preferito non allargare ufficialmente la coalizione, anche se poi strada facendo si è trovata con l’appoggio di chi non è proprio nuovo della scena politica, cioè l’ex sindaco Angelo Zubbani, che ha dovuto far fronte anche a una specie di scissione dei socialisti carraresi.
Ma al tirar delle somme Arrighi ha fatto una campagna elettorale di grande efficacia e personalità, ha preferito l’autosufficienza sulla scheda, arrivando così a premiare, in caso di successo, le forze politiche che l’hanno sostenuta fin dall’inizio, compreso il Partito repubblicano che così rientra in consiglio comunale. Ha tenuto la barra dritta, non si è fatta distrarre dal “rumore di fondo” delle polemiche strumentali (leggi quella sul dialetto), ha saputo anche essere più forte del “fuoco amico” di certi profili social sopra le righe. Era lei il volto nuovo di questa tornata elettorale, e lei è stata premiata.
Adesso di certo in casa Pd si apre una nuova fase, aver riconquistato Carrara dà fiducia nel quadro provinciale, permette di iniziare a pensare anche a riconquistare Massa.
Caffaz? Non gli sono bastati i valori aggiunti degli alleati che si sono apparentati dopo il primo turno, neppure uno scatenato Cosimo Ferri, e Andrea Vannucci, per la verità poco appariscente nella campagna elettorale del ballottaggio, con le sue liste. Ne è uscita una coalizione composita, dominata dal civismo, a netta maggioranza moderata, una formula che però non ha convinto la maggioranza dell’elettorato, evidentemente Carrara non ha voluto consegnare il Comune ad una coalizione con una componente di circa un terzo di destra, con Lega e Fratelli d’Italia (l’eletto di Forza Italia sarebbe stato Gianenrico Spediacci di Rinascita). Anche per lui c’è stato il fuoco amico delle defezioni del segretario comunale della Lega e dell’uscita dell’associazione Carrara SiLega, ma non sono questi dettagli ad avere determinato la sconfitta. Caffaz partiva da un oggettivo svantaggio numerico nel primo turno rispetto alla rivale, ora che è tornato in politica potrà provare a dimostrare facendo un’opposizione serrata (che ai grillini di fatto è mancata) di potersi ripresentare in futuro. Ma cinque anni sono una traversata nel deserto.
Torniamo alla vincitrice, imprenditrice che si è fatta da sola, che si troverà a guidare un consiglio caratterizzato dal Pd e dalla sua lista personale, con un consigliere del Pri, e che in prospettiva potrebbe anche allargarsi alla componente di Rigoletta Vincenti e, perché no, dei 5 Stelle. Ha di fronte a sé molto lavoro, servirà un programma chiaro, di poche cose concrete da fare subito e poi nell’arco della consigliatura, e una squadra coesa. Si parla da tempo di Luca Barattini ai lavori pubblici, di equilibri da rispettare. Si vedrà. Di certo la nuova sindaca ha la personalità, l’esperienza per dare una svolta: ora più che mai Carrara ha bisogno di voltare pagina in fretta dopo i cinque anni di quasi immobilismo dei grillini, di ripartire.