L'opinione - La scuola sia una guida nell’impegno civile
Dirigente scolastica a Livorno, ex assessora regionale, è consigliera del ministro Patrizio Bianchi
Venerdì la Corte Suprema americana, annullando la sentenza storica del 1973 con cui la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli USA, ha portato indietro le lancette della storia e dei diritti delle donne di cinquant’anni. Grazie a una maggioranza di giudici repubblicani, anti-abortisti (6 su 9) la Corte suprema ha ribaltato la sentenza Roe contro Wade considerata una pietra miliare nella giurisprudenza sull’interruzione volontaria di gravidanza e sull’affermazione dei diritti delle donne, appunto.
Da subito, in conseguenza di quella decisione, negli Stati Uniti la facoltà di decidere sulla propria maternità non è più un diritto costituzionale. Saranno i singoli Stati a decidere sulla questione e in dieci di essi (Alabama, Arkansas, Kentucky, Tennessee, Louisiana, Texas, Missouri, Arizona, Ohio e South Dakota) interrompere la gravidanza sarà addirittura vietato per le donne poter chiedere l’interruzione volontaria di gravidanza, in modo legale, in una struttura sanitaria, anche quando la gestazione sia stata causata da stupro o incesto.
È evidente come questa sentenza costituisca uno tsunami politico e sociale e che sarà purtroppo destinata a provocare lacerazioni e contrapposizioni. Non solo oltreoceano. Spostandoci in Europa, non possiamo, infatti, non riconoscere un unico filo conduttore tra le posizioni della destra ultraconservatrice, che ha preparato scientemente il terreno alla decisione dei supremi giudici negli USA, e una tendenza oscurantista che prova a farsi largo nel mondo e anche in alcuni Stati membri dell’Unione Europea: basti pensare a quanto sta accadendo in termini di contrazione di diritti civili in Ungheria e Polonia, dove è stata approvata una legge anti-abortista.
Tutto questo deve farci riflettere su come sia necessario non “abbassare la guardia” e non dare mai per scontati diritti e libertà acquisiti.
Le conquiste civili vanno difese e protette con costanza e determinazione perché in caso contrario i soggetti che rischiano di perdere diritti e tutele fondamentali sono proprio i più deboli e, come sempre, in testa a tutti, fra questi ci sono le donne.
È importante che i nostri ragazzi e le nostre ragazze assumano consapevolezza di come, per disegnare un futuro migliore e sostenibile, si debbano necessariamente coniugare la tutela dell’ambiente naturale con il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone.
La Scuola, nella prassi di educazione e riflessione pedagogica sul tema dalla cittadinanza attiva e dell’impegno civile, deve essere sempre di più l’istituzione guida di percorsi educativi in risposta agli effettivi bisogni della contemporaneità. Per non rischiare di tornare indietro rispetto a conquiste e libertà che con sacrifici, impegno e passione le generazioni precedenti ci hanno consegnato.l
(*) Cristina Grieco è dirigente scolastica a Livorno e consigliera del ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi