Riecco lo Sherwood Festival: dal 23 giugno al park nord dello Stadio Euganeo di Padova
Dopo lo stop imposto nel 2020 dalla pandemia, torna la manifestazione: niente concerti evento vista la capienza limitata obbligata dalla nuove regole, ma comunque un mese di musica, teatro e informazione live per tutti
PADOVA. «Nel comunicato che l’anno scorso annunciava l’annullamento di Sherwood Festival, avevamo promesso: ci vediamo nel 2021. E così sarà», garantiscono gli organizzatori.
Sherwood Festival torna così per l'edizione 2021, che si svolgerà nel Park Nord dello Stadio Euganeo di Padova, dal 23 giugno al 24 luglio.
Ogni serata prevede l'offerta libera di 1 euro all'ingresso, formula già collaudata dal festival negli anni.
«Non sarà il festival dei grandi concerti sul “main stage” che tutti conosciamo», puntualizza l’organizzazione, «la limitazione delle capienze, infatti, avrebbe imposto delle scelte che avrebbero snaturato l’essenza stessa del festival, ciò che Sherwood ha sempre rappresentato».
In quest’ultimo anno Sherwood Festival si è attivato, assieme ad altri festival indipendenti, nella campagna “Cambiamo musica?”, lanciata con una lettera aperta in cui si raccontavano le forti contraddizioni che vive il settore dei live e i costi sempre più alti delle produzioni.
«Non vogliamo riservare la fruizione della musica a pochi», commenta il direttore artistico del festival Alex Favaretto, «ma, al contrario, abbiamo sempre fatto il possibile per renderla fruibile a tutti».
E continua : «Ci aspetta un’edizione unica, come recita il pay off di questa edizione 2021: Sherwood Festival sarà più che mai uno spazio aperto e vivo, uno spazio necessario. Una boccata d’aria dopo un anno e mezzo di chiusure e isolamento».
Un’edizione unica, perché sarà un luogo aperto e vivo, più che mai necessario.
Sarà una boccata d’aria dopo un anno e mezzo di chiusure e isolamento, sarà un luogo che metterà al centro l’incontro, la socialità, lo stare insieme in sicurezza.
«Un’edizione unica perché forse questa volta, più che mai, sarà evidente l’intreccio, la contaminazione, la libera fruizione tra i tanti mondi che fanno vivere Sherwood: la musica, l’arte, il teatro, lo sport, l’informazione», assicura l’organizzazione.
«Siamo consapevoli che ci stiamo assumendo anche un forte rischio», continua Favaretto, «i costi per trasformare un parcheggio vuoto in un festival dai molteplici contenuti come il nostro sono altissimi, per questo sarà necessaria la massima comprensione e responsabilità da parte di tutti coloro che lo attraverseranno»