Fumata nera al vertice sulle candidature nelle grandi città. Dopo un’ora e mezza di riunione, infatti, il centrodestra decide di non decidere rinviando tutto alla prossima settimana. A tenere banco sono ancora Roma e Milano. A nulla è servito, dunque, il rosario di Fatima regalato da Matteo Salvini agli altri leader del centrodestra. Un fuoriprogramma che voleva […]
Fumata nera al vertice sulle candidature nelle grandi città. Dopo un’ora e mezza di riunione, infatti, il centrodestra decide di non decidere rinviando tutto alla prossima settimana. A tenere banco sono ancora Roma e Milano. A nulla è servito, dunque, il rosario di Fatima regalato da Matteo Salvini agli altri leader del centrodestra. Un fuoriprogramma che voleva evidentemente essere propiziatorio. Giochi, quindi ancora aperti per Roma e Milano. Più semplici quelli di Napoli e Torino, dove gli accordi stipulati localmente sembrano reggere. Con qualche difficoltà in più per il capoluogo campano dove a correre contro Pd e M5S sarà Catello Maresca, magistrato anti-camorra.
Giochi aperti per Roma e Milano
Non così sotto la Mole, con la candidatura dell’imprenditore Paolo Damilano, che miete anzi apprezzamenti e simpatie anche oltre il perimetro della coalizione. Al vertice ha partecipato anche Giovanni Toti. Una presenza ritenuta in “forse” fino all’ultimo. A puntare in piedi erano i berlusconiani, risentiti con il governatore e con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro per aver dato vita a Coraggio Italia, formazione che ha sottratta agli “azzurri” 12 tra deputati e senatori. «I candidati li troviamo a breve», aveva assicurato Salvini pur consapevole che «dovremo darci un limite perché poi si vota». In ogni caso, nessun litigio nel centrodestra. «Mai. Uniti, graniti e compatti e vincenti».
In realtà, a suggerire la traccia da seguire per capire lo stato dell’arte l’ha data proprio Toti prima del vertice. Rispondendo ai giornalisti, il governatore si era infatti detto convinto «che si vada su un nome civico». Una precisazione che rinvia direttamente all’identikitEnrico Michetti, l’avvocato e tribuno radiofonico indicato da Giorgia Melonicome il Mr. Wolfdi Pulp Fiction. «Lui – spiega la leader di FdI – è quello dei sindaci. In seno alle amministrazioni ha risolto tanti problemi». Resta ottimista Antonio Tajani: «Siamo in dirittura d’arrivo – dice – . Ci sono ancora verifiche da fare. Vogliamo vincere, a Roma e in tutte le altre città» E, alla domanda se Forza Italia preferisca Michetti o Matone, replica: «Non è un derby».
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