La moda upcycled delle grandi maison e dei designer di nuova generazione 

Alla moda piacciono i corsi e ricorsi: i trend che tornano ciclicamente, i revival, la nostalgia per la moda del passato, ma anche le rivisitazioni di capi d’archivio, le capsule ‘rigenerate’ e l’ascesa delle amanti del vintage. L’upcycling è stato dichiarato il trend di punta di quest’estate, pratica per cui optano soprattutto da designer emergenti come Marine Serre  e 1/OFF oppure Patagonia. Ma per le maison del lusso più importanti, se le idee possono essere riciclate, i materiali usati per realizzarle lo sono raramente.

Upcycled by Miu Miu
Courtesy Miu Miu



Ovviamente, ci sono le eccezioni, come le collezioni Re-Nylon di Prada, o le edizioni limitate di 80 look vintage, dagli anni 30 agli anni 80, rivisitati e riproposti come Upcycled by Miu Miu; o la linea di Maison Margiela Recicla di capi upcycled da varie fonti e periodi diversi, ispirati alla linea Replica lanciata dal fondatore del brand nel 1994 (si trattava allora della rivisitazione di capi di anni precedenti). Hermès, invece, nel 2010 ha lanciato il Petit h workshop con l’unico scopo di dare nuova vita a materiali di scarto, non utilizzati e dimenticati.

Stella McCartney Repurpose, Resort 2021
Stella McCartney Repurpose, Resort 2021
Courtesy Stella McCartney

A causa delle grandi quantità di capi rimasti invenduti a causa della pandemia (valore stimato, fra i 145 e i 240 miliardi di euro), la moda luxury sta apportando molti cambiamenti, e molto velocemente. Durante il lockdown nel Regno Unito, una delle più grandi sostenitrici della sostenibilità nella moda luxury, Stella McCartney (che ha appena presentato la pre fall 2021), ha riconsiderato le attività del suo brand, creando un Manifesto “A to Z” — ogni lettera è illustrata da artisti celebri, fra cui Cindy Sherman, Olafur Eliasson e Urs Fischer — in cui si evidenziano anche i numeri impietosi della fashion industry e del consumismo, come, ad esempio: “Meno dell’un per cento dei materiali utilizzati per produrre capi di abbigliamento viene riciclato per crearne di nuovi, il che significa che il 99% di tutti i tessuti e degli abiti verranno gettati via”, oppure: “Se andiamo avanti per questa strada, la quantità di indumenti gettati via da qui al 2025 peserà quanto la popolazione mondiale attuale”.  

“Durante il lockdown dell’anno scorso abbiamo lanciato il nostro Manifesto “A to Z”, una mappa del nostro DNA e una traccia di quello che intendiamo fare in futuro: un alfabeto-guida per considerarci responsabili dei nostri valori, di quello che facciamo e di dove vogliamo andare”, spiega McCartney a Vogue. “La lettera ‘R’ del manifesto sta per ‘repurpose’: come brand siamo impegnati al massimo a dare una nuova vita e a riutilizzare materiali che esistono già, come i nostri vecchi tessuti, o a cercare modi nuovi per reimpiegare i tessuti inutilizzati dagli altri”.

Chloé autunno inverno 2021
Chloé autunno inverno 2021
Courtesy Chloé

Sembra proprio che dopo anni di celebrazione del “nuovo”, oggi la mania della luxury fashion è valorizzare il “vecchio”. Gabriela Hearst di Chloé ha lanciato le nuove Edith bag realizzate a partire da 50 modelli vintage della stessa borsa, arricchite con i tessuti avanzati dalla collezione autunno inverno 2021; le LV Trainers per Louis Vuitton men della PE21 di Virgil Abloh sono realizzate con pellami upcycled ricavati dalle collezioni passate di LV Trainer e dalla linea di accessori Be Mindful della maison, una capsule creata con materiali recuperati.

La primavera estate 2021 di Balenciaga è stata creata per il 93,5 % con materiali a tinta unita certificati come sostenibili o upcycled; la capsule Legacy Parade di Maison Michel è stata realizzata con materiali non utilizzati dall’archivio del brand; e le borse di The Surplus Project di Loewe sono state create con i pellami avanzati da collezioni precedenti. Inoltre, ad aprile, il gruppo LVMH ha lanciato Nona Source, una piattaforma di resale online che offre ai creativi e ai brand emergenti la possibilità di acquistare pellami e tessuti della maison con uno sconto medio del 70% sul prezzo all’ingrosso originale, incoraggiando il riutilizzo creativo di materiali che altrimenti resterebbero inutilizzati in archivio.

“Trovo l’idea del riutilizzo davvero entusiasmante”, dice McCartney. “Ci fa pensare in modo creativo, e realizzare capi bellissimi in edizione limitata, come il vestito che abbiamo creato per il nostro Manifesto “A to Z” utilizzando strisce di tessuto da nove collezioni precedenti realizzate nell’arco di 5 anni”. E conclude: “Sono davvero convinta che sia questo il futuro della moda”.