Scarmagno, la Corte d’Appello dà ragione a Puppato: «Non fu diffamazione»
foto da Quotidiani locali
SCARMAGNO
L’ex consigliere comunale di Scarmagno Paolo Puppato, attualmente presidente della Croce verde bessolese, è stato assolto, con la sentenza 726/2021 emessa l’8 giugno e depositata il 22 giugno della Terza sezione civile della Corte d’appello di Torino presieduta da Ombretta Salvetti, dall’accusa di aver offeso, con una sua dichiarazione pubblica del 21 aprile 2016 a Strambino “l’onore e la reputazione” di otto amministratori locali, sindaci e dell’allora presidente dell’Unione collinare dei sei Comuni dello Strambinese. L’assoluzione nel giudizio di appello è conseguente al ricorso presentato da Paolo Puppato contro la sentenza di primo grado, pronunciata a suo carico il 15 maggio del 2020 dal giudice monocratico del tribunale di Ivrea Matteo Buffoni, che lo aveva condannato al risarcimento dei danni a favore di nove tra sindaci e amministratori locali. “In accoglimento dell’appello proposto avverso la sentenza n. 418/20 del Tribunale di Ivrea in data 15-16/ 05/2020 – è spiegato nella sentenza della Corte d’appello di Torino – rigetta la domanda avanzata da Savino Beiletti, Sonia Cambursano, Silvana Rizzato, Michele Borgia, Domenico Foghino, Oscarino Ferrero, Pierluigi Bot Sartor, Valerio Grosso e Angelo Parri contro Paolo Puppato; dichiara interamente compensate tra le parti le spese di entrambi i gradi di giudizio”.
gli avvocati
Nella motivazione della sentenza di appello - è spiegato in una nota dei legali Marco Dotta ed Eleonora Bedin - si accoglie essenzialmente la tesi difensiva per cui la frase pronunciata da Puppato non aveva alcuna valenza ingiuriosa o diffamatoria nei confronti di chi ha dato corso al giudizio, ritenutisi personalmente offesi senza fondamento alcuno, né dunque essi avevano titolo per formulare pretese risarcitorie. La frase “Intascarsi le tangenti” non era riferita a persone fisiche specifiche , ma era un generico malcontento sulla politica dei Comuni italiani. Quindi la Corte non ha identificato gli estremi per condannare l’ex consigliere comunale.
la sentenza di primo grado
Nella sentenza di primo grado, il giudice del tribunale di Ivrea aveva riconosciuto un risarcimento di 3mila euro ciascuno agli allora sindaci Cambursano, Rizzato, Borgia, Grosso e Beiletti (presenti all’incontro pubblico del 21 aprile 2016) e di duemila euro ai non presenti Foghino, Ferrero, Bot Sartor e Parri, per un totale di 23mila euro indicizzati, oltre alle spese legali. «Stante l’esecutorietà della sentenza di primo grado – ricordano i legali di Paolo Puppato – il nostro assistito, pur appellandola, aveva correttamente pagato le somme liquidate a suo carico in via risarcitoria, oltre alle spese legali, somme tutte che adesso ha diritto di recuperare integralmente». Paolo Puppato non ha commentato la sentenza di appello di Torino.