Torre di viale San Marco a Mestre, si va al voto il primo luglio
Il consiglio comunale accelera sulla delibera. Il comitato nomina un legale per il ricorso al Tar e presenta un dossier ai consiglieri. Bettin: «Una forzatura»
MESTRE. La polemica sui volantini con le facce dei consiglieri municipali, indicati al pubblico ludibrio, per aver votato a favore della torre di 70 metri in viale San Marco, resta sullo sfondo con la denuncia alla Digos. «Sono volantini anonimi, il comitato non c’entra nulla», dicono Piero Francescon, Adriano Beraldo e Davide Scano del comitato nato contro il piano che intende trasformare il campo, inquinato, del Real San Marco in una torre di 70 metri per residenza di lusso, una area commerciale di quasi 4.600 metri quadri e 2.200 metri di verde pubblico.
Ma il clima si fa ancora più teso: il 30 giugno la commissione comunale inizia la discussone della petizione cittadina da 1.200 firme depositata dai cittadini ma in Comune la maggioranza di centrodestra vuole votare la variante il giorno dopo.
« Il primo luglio la variante va al voto del consiglio comunale. Mentre il presidente della Municipalità pensa di organizzare una assemblea a cose fatte, il 12 luglio», dicono. «Con una forzatura, la maggioranza ha deciso di imporre il prossimo 1 luglio la votazione in consiglio comunale sul progetto», denuncia Gianfranco Bettin (Verdi e progressisti). «Inaccettabile imporre tempi stringenti al consiglio comunale, tra l’altro in presenza di una petizione che ha raccolto migliaia di firme di residenti e cittadini contro il progetto, petizione che chiediamo sia comunque discussa in consiglio comunale».
Il comitato quindi contrattacca: c’è la nomina, in corso, di un legale per un eventuale ricorso al Tar e dieci pagine di contro-relazione sono state inviate a giunta e a tutti i consiglieri comunali.
La relazione, illustrata da Davide Scano, ex consigliere comunale dei 5Stelle, ha mappato il commercio per evidenziare che un «nuovo centro commerciale non è quello di cui abbiamo bisogno».
Al supermercato sotto l’ex cinema si aggiungono una trentina di negozi di vicinato, da San Giuliano a via Sansovino. Nel tratto verso Cialdini altre cinquanta attività. Nel raggio di un chilometro e mezzo si contano ben 12 strutture di medie dimensioni. Una quarantina di serrande sono abbassate corrispondenti a 1.800 metri quadri sfitti.
Si citano i dati Mise-Osservatorio nazionale del commercio, per ricordare che il Comune di Venezia, tra 2009 e 2019 ha visto una autentica esplosione di grande distribuzione. Venezia batte città più popolose come Bologna, Firenze e Torino. Venezia, Chioggia, Jesolo e Marcon hanno visto il boom della grande distribuzione e tutta la provincia di Venezia batte le altre sei del Veneto. Le associazioni di categoria del commercio da tempo chiedono uno stop alle autorizzazioni a nuove strutture.
Il dossier del comitato mette in dubbio l’effetto del piano urbanistico (rivitalizzazione del tessuto urbano e nuovi posti di lavoro): a fronte di 30 posti di lavoro del nuovo supermercato, sparirebbero, dicono, 45 posti nei piccoli negozi del quartiere con un possibile effetto “domino” più vasto. Da qui la bocciatura dei 4.550 metri quadri di nuova superficie commerciale ritenuta «dannosa e da stralciare completamente».