Trasferito dal carcere di Rossano dove aveva iniziato lo sciopero della fame. Ha sospeso la protesta quando è arrivato nel penitenziario estense
FERRARA. Ha percorso quasi mille chilometri, dalla Calabria all’Emilia Romagna, per venire a scontare l’ergastolo a Ferrara. Cesare Battisti, l’ex terrorista per tanti anni latitante in Brasile, è stato trasferito oggi pomeriggio (26 giugno) nel carcere di via Arginone. Proveniva dal penitenziario di Rossano (Cs) dove aveva intrapreso lo sciopero della fame: protestava contro il regime di isolamento che gli era stato imposto nel carcere calabrese. L’ex terrorista è stato condannato a due ergastoli per quattro omicidi avvenuti negli anni ’70. Aveva militato nel gruppo sovversivo Proletari Armati per il Comunismo (Pac).
Un comitato a sostegno. A sostenerlo nella sua richiesta è sceso in campo il “Comitato di solidarietà internazionale a Cesare Battisti”. Proprio l’altro ieri insieme all’avvocato Adriano d’Amico, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio in rappresentanza del comitato, si era recata nel carcere di Rossano per far visita al detenuto.
«Abbiamo trovato – aveva detto la deputata – un uomo molto provato dalla protesta dello sciopero della fame, che ha inteso mettere in atto contro il regime di isolamento al quale è costretto, nonostante le norme attualmente in vigore lo vietino espressamente. Attraverso la nostra visita in carcere – aveva aggiunto – abbiamo voluto attestare che in uno stato di diritto non è consentito andare oltre una sentenza di condanna, ribadire la finalità rieducativa della pena sancita dall’articolo 27 della nostra costituzione, il quale prevede espressamente che non siano consentiti trattamenti contrari al senso di umanità. Cesare Battisti sta facendo lo sciopero della fame dal 2 giugno scorso, sta male e a malapena si regge in piedi».
Battisti, aveva sottolineato la deputata, «non contesta la condanna per atti che lui stesso ha riconosciuto di aver commesso, però anche agli ergastolani la legge italiana consente dei benefici, la possibilità di avere gli incontri con i familiari, di poter fare delle attività».
Nell’ala della casa circondariale calabrese era detenuto assieme a terroristi jihadisti, gli unici occupanti della sezione oltre a lui, ed era «escluso da ogni forma di socialità», aveva dichiarato la parlamentare. A Rossano si sarebbe creata per lui anche una situazione di possibile rischio che avrebbe consigliato il suo trasferimento. A Ferrara sarà detenuto in regime di massima sicurezza. Giunto all’Arginone ha comunicato la sospensione dello sciopero della fame.
L’auspicio del sindacato. La notizia ha immediatamente mobilitato il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. «Cesare Battisti – afferma Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato – probabilmente anche grazie al sostegno politico ricevuto, è stato trasferito dal carcere di Rossano, istituto a lui non gradito, a quello di Ferrara. Ricordiamo che tra gli omicidi commessi da Cesare Battisti vi è anche quello del maresciallo Santoro, allora comandante del carcere di Udine. Speriamo che adesso sconti la pena prevista, considerato che per tanti anni si è sottratto alla giustizia e che per i famigliari delle vittime ci sia il giusto risarcimento». —
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