Ragazzo sparito in bicicletta da Ferrara Ritrovato il giorno dopo in Toscana

Lastoria



Cominciamo dall’epilogo, perché la storia che stiamo per raccontare ha un lieto fine, ma sono state ore di inferno, nell’arco di un giorno e di una notte, per due genitori ferraresi.

Il loro figlio quindicenne infatti, senza informare del progetto che era intenzionato a compiere, nella mattinata di giovedì è partito dalla sua casa di Ferrara con la mountain bike e di fatto per ore ha fatto perdere le sue tracce. Ore d’angoscia, con mille dubbi che assalgono e la paura che una notizia terribile possa arrivare da un momento all’altro. Fino all’epilogo, con il ritrovamento del ragazzo, sano e salvo, che aveva pensato di fare una fuga solitaria alla ricerca della natura, andando addirittura nei boschi dell’appennino toscano, percorrendo in biciclette quasi 130 chilometri e alcuni tratti ripidi di montagna.

È la mamma del ragazzo che ci racconta una storia che sembra un film, ripercorrendo le tappe di una giornata particolarmente intensa e angosciante.

«Giovedì mattina - racconta la signora - mio figlio ha preso la bicicletta ed è uscita di casa, da quello che avevo capito doveva andare a fare un bel giro in provincia con i suoi amici in bicicletta. Spesso fa anche 50/70 chilometri, è una ragazzo allenato da questo punto di vista. Doveva tornare per l’ora di pranzo, ma quando ho visto che dopo le 14 non rincasava mi sono preoccupata, ho anche chiamato mio marito per informarlo. Ho cominciato allora a chiamare le mamme dei suoi amici ed è lì che ho cominciato ad avere le prime vere preoccupazioni, perché mi hanno detto che i ragazzi erano andati in piscina al mattino, ma mio figlio non c’era. Il pomeriggio l’ho poi passato al telefono per cercare di capire se fosse andato da qualche parte, ho fatto anche il giro telefonico degli ospedale, pensando che fosse incappato in un incidente stradale e fosse impossibilitato a comunicare».

Niente, nessuna notizia e intanto le ore passano e del ragazzo non c’è nessuna notizia.

«Verso sera - continua nel racconto la mamma del ragazzo - ci siamo decisi ad andare in Questura e denunciare la scomparsa. È stato grazie agli strumenti investigativi della polizia che sono riusciti ad agganciare la cella telefonica di mio figlio. Risultava nell’Appenino toscano, tra i boschi. Si pensava al fatto che il cellulare fosse stato rubato, ma dato che negli ultimi mesi, il ragazzo aveva manifestato volontà di andare a contatto con la natura, abbiamo pensato che probabilmente si trovasse proprio tra i boschi dell’Appennino. I poliziotti hanno informato i carabinieri della zona toscana. Io e mio marito siamo partiti subito per quella zona tra le province di Pistoia e Prato, siamo andati nei boschi a cercarlo. Ieri mattina sono partite ufficialmente le ricerche, dopo che sui social avevamo diramato le segnalazioni di scomparsa. Un uomo ha riconosciuto nostro figlio e lo ha spinto a mandarmi un messaggio: «scrivi almeno che stai bene» gli avrebbe detto. Lo ha ascoltato per fortuna e mi è arrivato il messaggio mentre eravamo dai carabinieri a formalizzare la denuncia di scomparsa. È stato così ritrovato e l’abbiamo riabbracciare. Si è preso sgridate da noi e dalle forze dell’ordine, per il suo comportamento inspiegabile. Ci lavoreremo a lungo per capire quanto ha fatto e spero che abbia percepito il dolore che abbiamo provato in quelle ore d’angoscia». —