Trieste, indagine sul rogo dello stabile di via Galilei: si apre la pista del dolo

L’incendio di mercoledì notte probabilmente è doloso. Due inquilini hanno sentito urlare sulle scale. Inchiesta dei carabinieri

TRIESTE. L’incendio divampato nello stabile Ater di via Galilei 7, A Trieste, nella notte tra martedì e mercoledì, con molta probabilità è doloso. Non un “semplice” incidente, dunque, dovuto a un corto circuito o altro: qualcuno avrebbe appiccato il fuoco appositamente, innescandolo all’interno della cantina, ben consapevole che nei piani sopra, cioè dentro agli appartamenti, c’erano famiglie. Persone che dormivano – d’altronde erano le tre – e che quindi hanno rischiato la vita.

Cinque gli intossicati, fortunatamente senza gravi conseguenze. Ma poteva andare molto peggio. Anche perché al di là del fumo e del monossido di carbonio – pericolosissimo, tanto più nel sonno – le fiamme hanno intaccato il pavimento di un’abitazione che si trova al primo piano, rendendola inagibile.

I carabinieri stanno indagando. Si pensa a una vendetta. Una vendetta tra inquilini dello stesso palazzo. O comunque tra persone che si conoscevano. È questa la pista che stanno seguendo gli investigatori. I materiali incendiati saranno sottoposti a perizia, in modo da rintracciare l’eventuale sostanza usata come innesco.

Ma adesso c’è una testimonianza, da cui emerge chiaramente che quella notte, nello stabile, qualcosa deve essere accaduto: gli inquilini di un appartamento, due universitari, hanno sentito urlare. «Erano circa le tre – raccontano – ci siamo svegliati proprio a causa delle urla. Abbiamo sentito rumore nel pianerottolo, abbiamo guardato dallo spioncino... c’era un uomo che scendeva le scale. Poi una ragazza che urlava. Nei minuti successivi c’era odore di bruciato».

I giovani universitari, che saranno sentiti dai carabinieri, non sono riusciti a vedere il volto di quell’uomo e di quella donna. Da quanto risulta si tratta di due persone tra i 30 e i 40 anni che abitano nel palazzo (o almeno una). Altri residenti fanno riferimento a delle tensioni tra affittuari e sub-affittuari, con annessi litigi e cambi di serratura. Andrà accertato.

Lo stesso stabile, nei giorni precedenti, era già stato teatro di un altro incendio, perlomeno tentato: qualcuno ha attaccato su una porta del quarto piano alcuni post-it e li ha bruciati. I segni sono visibili. I due episodi, questo della porta e la cantina, sono collegati?

Non si sa ancora cosa sia successo esattamente nella cantina poco dopo le tre di notte. Quel che è certo è che sono intervenuti i vigili del fuoco, allertati da un residente di via Galvani, nelle vicinanze di via Galilei, allarmato dall’odore di fumo. Ma non si capiva esattamente da dove proveniva. I pompieri hanno passato al setaccio sei edifici prima di riuscire a individuare la cantina del civico 7. Le fiamme erano ormai alte quattro metri e avevano intaccato l’alloggio del primo piano, dove abita una signora rimasta intossicata. Gli inquilini sono stati soccorsi. Ci sono volute ore e una ventina di pompieri per spegnere l’incendio e mettere in sicurezza lo stabile.