Max Tramontini, il sindaco virtuale di una comunità alabardata da 45 mila iscritti

Parla l’amministratore del gruppo “Te son de Trieste se...”, il gruppo Facebook più numeroso in città. «Serve tanto equilibrio»

TRIESTE. Max Tramontini è il capitano di una squadra di quasi 45 mila persone di cui 32.549 residenti a Trieste. Gli iscritti al gruppo “Te son de Trieste se...” sono disseminati per il mondo, arrivano fino in Nuova Zelanda ma quando si accende il computer e si entra nel gruppo Facebook come d’incanto le distanze si accorciano, il campo si restringe. La responsabilità di gestire e controllare tutta questa gente, come unico amministratore, grava sulle spalle di Max Tramontini, 46 anni ben nascosti, due figli, titolare di una società di comunicazione che promuove eventi. Il geometra Max Tramontini. «Dopo il diploma mi ero iscritto all’università, alla facoltà di Scienze della comunicazione ma l’ho presto abbandonata per tuffarmi nel mondo delle discoteche dove curavo le pubbliche relazioni». Persona affabile, con il sorriso sempre pronto, ha l’aria scanzonata del tipico “mulon nostrano”. Sembra avere tutto sotto controllo questo sindaco virtuale di un villaggio di 45 mila persone che governa da solo. Durante tutta la conversazione tormenta quel povero smartphone posato sul tavolo: ci gioca, lo chiude, lo apre per illustrare grafici e numeri della sua cittadina che galleggia nel web.

Tramontini non può neanche affermare che da piccolo voleva fare l’amministratore di un gruppo così numeroso di Facebook perché 40 anni fa i social ancora non c’erano...

In effetti non posso bluffare. Ma sono sempre stato prima un bambino e poi un ragazzo curioso per tutto ciò che mi stava intorno.

Gestire un gruppo così folto è come avere un secondo lavoro, chi glielo fa fare?

Ma è stato un processo graduale, il gruppo nasce nel 2014, in quel periodo ne sono sorti quasi in ogni città. Era un modo nuovo per raccontare Trieste, all’inizio eravamo poco più di un gruppetto di amici. La regola è che tutti dovevano scrivere in dialetto triestino. Ognuno raccontava i suoi aneddoti, le sue storie. Ma con il passare del tempo sono aumentati gli iscritti a dismisura e nessuno fa più caso se si scrive in triestino o in italiano. E poi è difficile scrivere con il cellulare in dialetto, il T9 ti corregge tutto. “Te son de Trieste se...” alla fine ha trovato una sua dimensione ed è diventato un punto di riferimento in città per qualsiasi cosa si cerchi. Tanto per fare un esempio banale, anche per l’orario di apertura della macelleria di San Giacomo. Qualcuno sicuramente te lo trova. Diventa un servizio di pubblica utilità. Su questa onda sono nati anche i gruppi dei rioni, di Barcola, San Giacomo, Melara ma io non c’entro. Direi che siamo una grande comunità, un bel condominio. C’è tutta una serie di persone attive che discute e posta con regole ben precise. Viaggiamo a una media di 120 post, 2.000 commenti e 600 like al giorno. Negli ultimi 20 giorni ci sono stati 37.799 membri attivi.

Un’attività molto intensa per un unico amministratore.

Sembra molto più impegnativa di quello che è, in realtà ci sono giorni che non faccio assolutamente nulla. Io sono solo il guardiano della porta... Se gli iscritti fanno i bravi non devo intervenire. Esiste anche uno zoccolo duro di controllori, di miei pretoriani, che intercettano i commenti sbagliati e me li segnalano.

Resta una grande responsabilità...

Sì certo, è pur sempre una comunità da quasi 45 mila iscritti con tutti i pro e i contro. Se vuoi gestirla bene devi tenere sempre la barra dritta e non scendere a compromessi. Guai farsi prendere dall’ira, anzi io faccio il pompiere; quando si accende una discussione vado subito a smorzare gli animi. Ma è anche un’attività molto divertente che ti regala piccole soddisfazioni a livello umano quando le persone, per esempio, ti riconosco nel momento in cui stai facendo la spesa. “Ah lei la xe quel che...”

Cosa serve per dirigere il traffico in una comunità così numerosa?

Tanto equilibrio, cercando di lasciare fuori dalla porta la politica, che può essere fonte di accesi scontri, e tutta una serie di argomenti sensibili.

Tipo?

Sui vaccini, per esempio, dove esistono delle prese di posizione molto forti sia da una parte che dall’altra; a Trieste meglio lasciare perdere le questioni transfrontaliere e i dibattiti sul Territorio libero.

All’interno del gruppo possono crearsi problemi di spogliatoio.

Fa parte del gioco. Bisogna valutare poi ogni situazione che può dare problemi, io di solito dò fiducia alle persone ma se vanno oltre, se trasgrediscono, le banno anche se non lo faccio spesso.

Occorre insomma tirare fuori cartellini gialli e rossi come un arbitro in campo.

Ogni tanto sì, ci vuole. Se le discussioni superano un certo limite metto i trasgressori in castigo, dietro la lavagna. Li silenzio per un po’. Ci sono vari gradi di punizione fino alla cancellazione.

Anche una sorta di buttafuori...

In verità le nostre sono porte girevoli, c’è chi entra e chi esce. Capita anche di riammettere qualche bannato dopo che mi ha contattato in privato per chiarire la sua posizione.

Ma è proprio vietato parlare di politica?

Non è che la politica non deve entrare nel gruppo, purché sia una discussione pacata, civile. Purtroppo su Facebook tra persone che la pensano diversamente è facile che la situazione sfugga di mano e che finisca per degenerare in offese e volgarità.

Quali sono i temi più comuni?

Si discute su tutto, di qualsiasi cosa soprattutto di argomenti nazionalpopolari. Si parla di cani, del Pedocin, del treno per Vienna, di dove si può andare a cena.

Un ottimo osservatorio, per capire cosa succede in città per dirla con Vasco Rossi.

Sicuramente, è un ottimo osservatorio, ci viene segnalato di tutto. E creiamo noi stessi dei sondaggi sui temi cittadini, anche sul capo in b.

Il gruppo ha anche fini sociali?

Ho promosso negli anni molte iniziative di carattere sociale e solidale ma non riesco a gestire le raccolte di fondi per persone bisognose. Se ci sono serie richieste di aiuto non mi tiro indietro ma mi appoggio e dò visibilità a associazioni che si occupano di questo.

Un gruppo così strutturato sarà stato d’aiuto durante l’emergenza Covid dove la gente era quasi barricata in casa...

Certamente. C’è stato un flusso pazzesco, un boom di iscritti. Una partecipazione impressionante, era il modo più semplice e diretto per interagire da casa, per molti l’unico collegamento con l’esterno. Il gruppo ha avuto una notevole valenza sociale, magari parlavano di aria fritta ma era una maniera per mantenersi in contatto con il mondo, per sentirsi vivi. C’è stato un periodo, in piena emergenza, in cui ho dovuto frenare le pubblicazioni, era difficile starci dietro.

Mai ricevuto querele?

Mai, neanche una, però sono stato più volte convocato dai carabinieri come persona informata dei fatti per iscritti che nell’ambito del gruppo avevano litigato e poi si erano denunciati.

Neanche minacce da gente che aveva cacciato?

Vere minacce no, qualche problema con Marcello Di Finizio quando era sull’Ursus. Sosteneva che io manipolo la città. Suvvia... Con qualcuno c’è stato qualche vivace scambio ma è tutto finito là. La mia filosofia è proprio quella di evitare scontri e baruffe.

E come la mettiamo con i leoni da tastiera?

Esistono e vanno combattuti, messi alla berlina, cacciati. È un fenomeno abbastanza comune, gente che si iscrive solo per attaccare briga magari con un profilo falso.

Il gruppo diventa, magari involontariamente, anche un sito per cuori solitari.

Almeno non ufficialmente, non siamo una bacheca per cuori solitari. Dopodiché qualcosa succede, è normale tra uomini e donne che cominciano a scriversi, a conoscersi, a incontrarsi...

Una piccola provocazione. Un tempo c’era più gusto tra amici a trovarsi in osteria anziché mettersi a chattare...

Per le persone di una certa età sicuramente sì, ma adesso è tutto molto virtuale e c’è la possibilità tra due amici che stanno in luoghi lontani di poter comunicare normalmente.

Il “cittadino” più illustre della comunità?

Direi il ministro Stefano Patuanelli, un amico. Era iscritto da molto prima che raggiungesse la ribalta politica nazionale. Ovviamente non può mancare il nostro sindaco Roberto Dipiazza.

Tramontini ma lei è un “latifondista” di facebook, è amministratore anche di altri gruppi.

Sì, è vero: gestisco il gruppo delle osmize dopo essermi alleato con i ragazzi che avevano un sito dedicato, e qui si possono trovare tutte le informazioni su aperture, chiusure, come vi si arriva. Durante la pandemia mi sono arrivate bellissime foto di iscritti dalla Spagna e dall’Inghilterra che avevano allestito delle piccole osmize sui balconi. Ci sono anche “Compriamo Trieste” e “Passeggiare a Trieste” creato con l’amico Ernesto Feletti. Suggerimenti e condivisioni su camminate che non siano le solite, Napoleonica, Barcola, il sentiero della salvia.

Ma lei ogni tanto esce dai social per promuovere eventi e iniziative in città. Adesso tocca ai Topolini.

Tutto nasce da un’iniziativa dell’assessore comunale Lorenzo Giorgi di intitolare ogni piazzola dei bagni di Barcola a personaggi triestini illustri. Il mio gruppo lancerà un sondaggio che darà la possibilità alla gente di votare con l’apporto del vostro giornale che ha sposato l’iniziativa.