L’estate delle sagre si rimette in moto tra limiti di capienza gel e barriere fisiche: ecco cosa si propone in regione
Pezzarini (Unione Pro Loco): «Serviranno risorse adeguate e tanti volontari». Ma c’è chi rinuncia viste le tante regole
L’estate è alle porte e le sagre fanno i conti con le ripartenze. Fondamentale sarà l’applicazione delle linee guida elaborate dalla Conferenza delle Regioni. Le regole più importanti? Definizione del numero massimo di presenze contemporanee, riorganizzazione degli spazi al fine di evitare assembramenti e favorire il distanziamento, presenza di prodotti igienizzanti, cartelli e altre misure d’informazione sulle norme da seguire.
Esiste poi una serie di ulteriori specifiche soprattutto per quanto riguarda ristorazione, spettacoli dal vivo e mercatini. Secondo gli ultimi dati disponibili, sono 23.000 i soci volontari e 1.400 le kermesse organizzate annualmente dalle Pro Loco del Friuli Venezia Giulia (oggi fra l’altro in assemblea a Palmanova), di cui 800 sagre e 600 eventi assimilabili, perlopiù estivi: tra questi rievocazioni storiche, appuntamenti culturali o sportivi.
I numeri, che risalgono al 2018, sono stati elaborati nel 2019 dalla Cgia di Mestre per conto dell'Unione nazionale Pro Loco. Stando alla fotografia pre-Covid, la ricaduta economica dell’indotto in regione era di 200 milioni di euro l'anno, ovvero il 10% del valore totale nazionale. Una ricaduta a beneficio del territorio e delle aziende locali. È stato calcolato inoltre che, nel 2020, la pandemia ha portato a dover annullare circa il 70-80% di queste feste.
La speranza ora è che con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria gli eventi vivano un nuovo slancio. «Finalmente si possono riprendere in maniera graduale le attività», commenta Valter Pezzarini, presidente del comitato regionale dell'Unione Pro Loco d'Italia: «Sarà un’estate simile a quella dell’anno scorso, in cui serviranno risorse adeguate e molti volontari. Dopo tutti questi mesi, le nostre comunità hanno bisogno di essere ricostruite nei legami interpersonali».
Pezzarini sottolinea il ruolo della Regione: «Sta sostenendo il mondo associativo con contributi per i maggiori costi di sicurezza e finanziando lo sportello Sos eventi di Villa Manin, dove noi offriamo supporto per gli adempimenti amministrativi necessari per organizzare eventi».
Alle fiere firmate Pro Loco, numerose soprattutto in Friuli, si sommano poi tutte quelle feste, particolarmente diffuse nelle province di Trieste e Gorizia, volute da parrocchie, associazioni senza scopo di lucro, sodalizi culturali, sportivi e così via. Disegnare una mappa dettagliata di chi oggi c’è e di chi non c’è, nella Venezia Giulia, è pertanto un’impresa ardua. Sondando le intenzioni dei promotori di alcune tra le manifestazioni più conosciute, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a una situazione a macchia di leopardo.
Sul Carso triestino saltano ad esempio le sagre di Trebiciano e Basovizza, organizzate rispettivamente dalle società sportive Primorec e Zarja. Tra i problemi segnalati, la difficoltà nell’applicare le norme e l’essere ormai troppo in là con i tempi richiesti per l’organizzazione. Sempre a Prosecco, si spera invece che vadano in porto la sagra del Primorje Football Club - che forse opterà per serate da svolgersi all’interno della struttura sportiva - e quella del complesso bandistico. Idem per il Carnevale estivo di Muggia. A Trieste, fa sapere l’assessore comunale Lorenzo Giorgi, ancora non è confermata la “Sagra dela sardela”: si stanno vagliando i protocolli, per crearne almeno una versione ristretta. Ci sarà invece il festival celtico Triskell. Passando all’isontino, a Monfalcone si è appena svolta la Festa del vino in forma di degustazione, e la Pro Loco cittadina sta mettendo in cantiere altri eventi per settembre. Niente sagra a San Pier d’Isonzo né festa dello sport a Pieris; in compenso resistono Fusi di Rock a Turriaco e la sagra di San Rocco a Gorizia.