Investimenti ed export, l’economia riparte forte in Friuli Venezia Giulia: Pil in crescita del 5,2%
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foto da Quotidiani locali
UDINE. Forte vocazione all’export, massicci investimenti e mondo del lavoro in rapidissima trasformazione. Un mix di elementi che darà una robusta spinta al Prodotto interno lordo del Friuli Venezia Giulia. Le stime, diffuse ieri durante il convegno organizzato dall’Osservatorio regionale sul mercato e le politiche del lavoro, parlano di un più 5,2% per il 2021 e di un altro più 4,5% per il 2022. Crescita che andrà a compensare il calo (-8,9%) del Pil nell’anno orribile 2020, segnato in modo indelebile dall’emergenza sanitaria. L’incontro, moderato dalla giornalista Roberta Giani, condirettore de “Il Piccolo”, ha visto la partecipazione degli assessori regionali Alessia Rosolen (formazione, istruzione e lavoro) e Sergio Emidio Bini (attività produttive e turismo), oltre che di una platea qualificata di esperti e funzionari, della Regione, di Bankitalia e dell’Anpal.
I mesi della pandemia
Se le tendenze e le proiezioni per il futuro dell’occupazione lasciano spazio all’ottimismo, il convegno è stato l’occasione per fare anche il punto su quanto accaduto “prima”. Cioè durante i lunghi e durissimi mesi della pandemia e dei lockdown. Perché se il Friuli Venezia Giulia ha pagato un tributo pesante in termini di lutti, malattia e contagi, il sistema economico, nonostante tutte le difficoltà, ha dimostrato di saper reggere. Più e meglio di tutte le altre regioni italiane. Il dato più significativo, che balza all’occhio, è proprio quello riguardante gli occupati. Anche nel 2020, infatti, si è registrato un piccolo aumento complessivo, di circa 2 mila unità, portando il totale a 513 mila occupati. Regione mosca bianca, perché gli altri territori, nonostante il blocco dei licenziamenti, i ristori e la cassa integrazione, hanno denunciato perdite, più o meno consistenti, di occupati. A maggio 2021 i saldi occupazionali superano addirittura quelli del 2019, cosa ben lontana dal verificarsi nel resto del Paese. Certo non tutto è rose e fiori, perché comunque, sempre secondo le previsioni emerse durante l’incontro, sono circa 6 mila i lavoratori che da qui alle prossime settimane potrebbero perdere il posto, in seguito alla fine del blocco dei licenziamenti, in scadenza il 30 giugno. Ma la rete di protezione, fatta di formazione, reinserimento, accompagnamento alle nuove competenze, dovrebbe attutire l’impatto negativo.
Rapida trasformazione
«In questa fase i cambiamenti sono velocissimi - ha confermato l’assessore regionale Alessia Rosolen - e dobbiamo essere in grado di mettere in campo gli strumenti a nostra disposizione per traghettare nel futuro la nostra società. Abbiamo il dovere di dare risposte che non possono essere né prudenti né assistenzialistiche, garantendo ai cittadini una platea di diritti e di certezze che sono fondamentali. Nonostante il pesante impatto causato dalla pandemia, l’occupazione nella nostra Regione ha tenuto grazie a imprenditori che hanno continuato a credere nelle proprie attività. I comparti che hanno sofferto maggiormente sono stati quelli del commercio, del turismo, del lavoro autonomo e temporaneo. L’Unione europea oggi punta su un lavoro in continua evoluzione e dobbiamo correre per cogliere tutte le opportunità che vengono dal Pnrr e dalla programmazione europea in un contesto come quello attuale caratterizzato da una grande disponibilità di liquidità e da una forte ripresa del Prodotto interno lordo». Nel corso del suo intervento l’assessore Rosolen ha posto l’accento sulla necessità di puntare con decisione sulle nuove competenze e sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Il ricercatore della Banca d’Italia, Patrick Zoi, ha presentato invece una fotografia dell’economia del Friuli Venezia Giulia che, dopo una brusca frenata iniziale, ha segnato una grande capacità di reazione grazie all’industria e all’export. I settori in forte crescita sono quelli delle costruzioni, dell’istruzione e della manifattura.
Terreno fertile per chi investe
All’assessore Sergio Bini, dopo gli interventi dei dirigenti regionali Uliana, Manfren e Alessio Vernì, sono state affidate le conclusioni. «Il Friuli Venezia Giulia ha le carte in regola per attrarre nuovi investimenti. I dati che riguardano la nostra Regione sono risultati tanto positivi quanto imprevedibili, sia dal punto di vista occupazionale che del Pil, ma ricordiamoci che grazie ai ristori a fondo perduto, migliaia di persone hanno potuto pagarsi almeno le bollette. È evidente però che in questi anni il nostro territorio ha lavorato bene, creando un ecosistema solido e forte. Adesso dobbiamo far sì che gli imprenditori vedano il Friuli Venezia Giulia come una regione fertile per i propri investimenti, creando di conseguenza nuovi posti di lavoro. Con la legge SviluppoImpresa abbiamo gettato le fondamenta per ottenere questi risultati, sono state introdotte politiche di defiscalizzazione. Determinanti per la ripartenza anche una seria riforma fiscale e una burocrazia più snella».