Dai 2 milioni in frigorifero al sostegno al reddito: ecco chi è il commerciante che ha ricevuto oltre 11 mila euro e non ne aveva diritto
foto da Quotidiani locali
SPILIMBERGO. Ha beneficiato di contributi pubblici per il sostegno al reddito fra il 2017 e il 2019, ma in base al suo Isee non ne avrebbe avuto diritto. È quanto la guardia di finanza di Pordenone ha contestato al commerciante spilimberghese Claudio Teia, 63 anni, denunciato per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Il pm Maria Grazia Zaina ha chiuso l’anno scorso le indagini preliminari sul caso.
Dagli accertamenti delle Fiamme gialle di Spilimbergo è emerso che nelle dichiarazioni sostitutive uniche non risultavano indicati beni immobili del nucleo familiare per un valore complessivo di 86.119,30 euro. Se tali proprietà di abitazioni e terreni fossero state riportate, il valore dell’Isee avrebbe precluso a Claudio Teia i contributi. Il valore indicato nelle attestazioni Isee, invece, era inferiore alla soglia massima prevista dalla normativa.
La legge regionale 15 varata nel 2015, sospesa dopo l’introduzione del reddito di cittadinanza, prevede un’integrazione al reddito, nell’ambito di un percorso concordato con i servizi sociali comunali e i centri per l’impiego per consentire al nucleo familiare di superare le condizioni di difficoltà. Possono accedere al contributo persone fisiche residenti in Regione con un’attestazione Isee inferiore o uguale a 6 mila euro.
Claudio Teia ha ottenuto nove erogazioni per 6.400 euro complessivi dal 5 luglio 2017 al 4 settembre 2018 e altre 19 erogazioni per 5.073 euro dal 1° agosto 2018 al 26 luglio 2019. Hanno concesso i contributi vari enti: Uti Valli e Dolomiti friulane, Uti Tagliamento, Inps e Regione.
L’indagato era già assurto agli onori della cronaca in passato, con il fratello, per il loro coinvolgimento in un’indagine delle Fiamme gialle pordenonesi per frode fiscale con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Durante la perquisizione dell’abitazione, i finanzieri avevano trovato quasi 2 milioni di euro in contanti nel frigorifero.
In primo grado i gemelli erano stati condannati, in appello prosciolti per prescrizione. Il tesoro nel frigo era stato sequestrato come misura di sicurezza patrimoniale e poi sottoposto a confisca di prevenzione, che ha retto fino alla Cassazione.
Le Fiamme gialle hanno ricordato che l’indagato nel 2015 aveva chiesto l’ammissione al gratuito patrocinio (pagato dallo Stato) in un procedimento penale. L’allora gip Alberto Rossi aveva rigettato l’istanza per assenza dei requisiti reddituali e patrimoniali, sulla base dei riscontri effettuati proprio dai finanzieri.
«È costante – ha concluso la Finanza in una nota – l’impegno del corpo nella lotta ad ogni forma di frode, sia a danno delle entrate che delle uscite dello Stato.
L’azione delle Fiamme gialle è quotidianamente mirata a garantire il corretto impiego delle risorse che le amministrazioni pubbliche destinano, con importati sforzi economici, alle fasce più bisognose della popolazione, riuscendo, come in questo caso, a individuare e, soprattutto, interrompere gli indebiti accessi alle misure di sostegno». —
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