«Troubled blood»: il nuovo libro della Rowling accusato di transfobia
È uscito proprio oggi in Inghilterra l’ultimo libro della JK Rowling firmato con lo pseudonimo di Robert Galbraith ed è già sulla bocca di tutti, non solo degli inglesi. Troubled blood, 944 pagine di romanzo thriller, racconta le vicissitudini del detective Cormoran Strike, impegnato in un caso di 40 anni prima.
Era il 1974 quando Margot Bamborough scompare nel nulla. Il detective teme che la donna sia stata uccisa da Dennis Creed, un serial killer «travestito» che uccideva le sue vittime indossando abiti femminili. Creed è descritto come un «genio del male nel suo piccolo furgone bianco, vestito con il cappotto rosa che aveva rubato alla sua padrona di casa Vi Cooper, e talvolta con indosso una parrucca che, da lontano, a una vittima ubriaca, ha dato un aspetto femminile abbastanza a lungo perché le sue grandi mani si chiudessero su una bocca ansimante».
La prima recensione del libro è stata scritta dal giornalista Jake Kerridge per il Daily Telegraph. Nell’articolo il critico afferma che «la morale del libro sembra essere: non fidatevi mai di un uomo travestito». Subito il profilo Twitter della Rowling è stato invaso da messaggi di followers che la accusavano di essere omofoba e transfobica rendendo #RIPJKRowling uno dei principali trend Twitter del Regno Unito.
Trouble blood è il quinto romanzo della serie poliziesca che ha come protagonisti Cormoran Strike e il suo partner Robin Ellacott. Nel secondo libro di Cormoran Strike, The Silkworm, una donna di nome Pippa insegue il detective Strike prima di tentare di pugnalarlo. Strike la intrappola nel suo ufficio, rivelando la sua identità di donna trans. L’investigatore poi dice a Pippa che la prigione “non sarà divertente per te … Non prima dell’operazione”.
Certo per la Rowling non è un periodo facile pensando anche che Robert Galbraith, il nome utilizzato dalla Rowling come pseudonimo, è quello di uno psichiatra americano che ha sperimentato la terapia di conversione gay e ha affermato di aver convertito con successo un paziente omosessuale.
La Rowling non è nuova per quanto riguarda le polemiche sul tema trans. Lo scorso dicembre ha twittato il suo sostegno a Maya Forstater, un’esperta fiscale che aveva perso il lavoro per quelli che erano considerati tweet «transfobici». Quest’estate aveva rivelato di aver subito violenze domestiche e abusi sessuali durante il suo primo matrimonio, citando questa esperienza come una delle ragioni a sostegno delle sue idee rispetto all’identità di genere e ai diritti delle persone trans.
La scrittrice ha anche deciso di restituire il prestigioso Premio Ripple of Hope assegnatole l’anno scorso dall’associazione Robert F. Kennedy per i diritti umani. La presidente dell’associazione, Kerry Kennedy aveva affermato che le controverse affermazioni della Rowling secondo cui il sesso è assegnato alla nascita avevano “sminuito l’identità delle persone trans e non binarie”. Rowling sul suo sito web ha sottolineato che le parole della Kennedy “implicavano erroneamente che fossi transfobica”. E per questo ha deciso di restituire il premio e la somma in denaro.
I fan di Harry Potter stanno abbandonando la sua creatrice e il mondo del maghetto che l’ha resa famosa. Bisognerà rileggere i suoi libri in chiave diversa?
LEGGI ANCHE
Coronavirus, J. K. Rowling lancia «Harry Potter a Casa»