Seggiovia del Nevegal al palo, allarme fra gli operatori: «Servizio fondamentale in estate»
foto da Quotidiani locali
Il danno sarebbe soprattutto d’immagine. Ma le ripercussioni sarebbero anche, ovviamente, sulle attività economiche. Non aprire la seggiovia del Nevegal in estate è un’ipotesi che allarma gli operatori del Colle, che attendono l’esito della trattativa fra Nevegal 2021 e il consorzio bresciano Tolomeo con il fiato sospeso. E, insieme, di delusione, perché il Nevegal sta vivendo l’ennesimo periodo difficile della sua storia. «Cosa vuole, ormai ci siamo abituati», allarga le braccia Ivan Dal Bo, titolare della pizzeria sul piazzale. «Qui l’incertezza regna da anni. È vero che poi il Nevegal riesce sempre ad andare avanti, ma se non si apre la seggiovia d’estate la gente non arriva. O lo fa molto meno».
È questo il sentimento degli operatori. «Meno servizi dai, e meno persone arrivano», sintetizza Simone Bronzato del ristorante La Casera. Fra le attività “fortunate”, perché i due ampi parcheggi adiacenti permettono alle persone di arrivare comodamente in macchina al ristorante. Ma è anche vero che «tutto serve. La seggiovia aperta è fondamentale per tutte le attività del Nevegal».
E lo è soprattutto in estate, aggiunge Marco Vuerich (malga Faverghera): «La differenza si è vista l’anno scorso, quando l’impianto è stato fermo nei mesi estivi. C’erano un decimo di appassionati di downhill». La seggiovia li porta in quota, dove partono i tracciati per le mountain bike. E se l’impianto non gira, va da sè che si scelgano altre località. «È venuta meno una fetta importante del lavoro», rimarca Vuerich. «L’estate andrebbe potenziata, il Nevegal va vissuto 365 giorni l’anno», si inserisce Dal Bo. Che chiede anche attenzione per le manutenzioni, come gli sfalci sui sentieri.
Vuerich vuole essere fiducioso sull’esito della vendita degli impianti al consorzio Tolomeo. Il tempo stringe, aveva detto il presidente di Nevegal 2021 Alessandro Molin, la procedura va perfezionata entro fine maggio per aprire la seggiovia in estate e per programmare i lavori necessari per la stagione invernale. «Da sette anni opero sul Nevegal e nonostante tutte le difficoltà siamo sempre andati avanti. Questo fa riflettere, perché le potenzialità ci sono... pensiamo se quelle difficoltà non ci fossero, come girerebbe il Nevegal».
Non avere certezze, in questa fase, complica tutto, «perché non ti permette di pianificare il lavoro e di dare risposte a chi, giustamente, chiede informazioni», conclude Marco Vuerich.
«La seggiovia aperta dà un segnale che esisti», afferma invece Giorgio Sitta, de La Grava. «Trovare chiuso non è mai bello, in un posto turistico. Speriamo la trattativa si concluda positivamente». Scettico è invece Checco Zaino: «Ho la mia clientela al b&b e sono poco preoccupato per questo, ma secondo me gli impianti non apriranno quest’estate. E sarà l’inizio della fine per il Nevegal». Checco Zaino è deluso anche per gli ultimi anni: «Ci siamo comprati gli impianti e cosa è cambiato?». Un elemento che evidenzia anche Sitta, deluso per non essere «mai stato coinvolto dalla Nevegal 2021. Mai fatta una riunione in due anni, siamo stati contattati solo quando serviva dare una mano economicamente. Il target del Nevegal è di un turista non giovanissimo, anche per venire da me c’è chi prende la seggiovia e scende a piedi. La seggiovia è fondamentale», aggiunge.
A preoccupare Ivan Valt del ristoro Campo scuola, invece, sono piuttosto i lavori sul piazzale, che hanno sottratto parcheggi.
Non ci va leggero, infine, Vivaio Dolomiti, che aveva contribuito a favorire la nascita di Nevegal 2021 e che ha riqualificato la rotonda di accesso al piazzale: «Per la gioia della maggioranza dei bellunesi andiamo verso la chiusura definitiva degli impianti in Nevegal», spiega l’associazione. «Ci siamo battuti perché questo patrimonio pubblico chiamato demanio sciabile non venisse scialacquato, invece siamo al capolinea. Il valore aggiunto del Nevegal sono gli impianti di risalita. Ora tornerà ad essere un normalissimo colle delle Prealpi come molti altri, Pian delle Femene, Praderadego, Malga Garda, Col di Roanza: posti meravigliosi per passeggiate con panorami mozzafiato ma capaci a stento di sostenere economicamente la presenza di un rifugio».