Liliana Segre e Chiara Ferragni insieme in visita al Memoriale della Shoah di Milano
L’imprenditrice digitale ha accolto l’invito della senatrice a vita lo scorso maggio: «Mi ha dato una lezione di vita». Segre: «La nostra è stata una visita semplice, da nonna a nipote»
Dopo l'incontro privato a casa di Liliana Segre lo scorso maggio, Chiara Ferragni ha accolto il suo invito a visitare insieme il Memoriale della Shoah di Milano. In piazza Edmond Jacob Safra ci è andata la settimana scorsa per guardare coi propri occhi «il luogo simbolo di una delle più grandi tragedie della storia recente, teatro delle deportazioni ad oggi rimasto intatto».
«Mi ha portato alla scoperta di un luogo del quale non conoscevo nulla» ha detto in un post su Instagram l’influencer e imprenditrice. «Ascoltare dalla voce di Liliana la storia di chi è stato perseguitato in questo luogo, a pochi passi da casa, mi ha fatto soffrire e soprattutto riflettere. Ho capito quanto le persecuzioni che spesso pensiamo siano lontane da noi nel tempo e nella geografia, si siano invece consumate sotto casa nostra, sotto gli occhi indifferenti di molti nostri concittadini». Ferragni ha aggiunto di aver imparato al Memoriale «quanto restare indifferenti all’odio e alla violenza sia a suo modo un gesto ulteriore di violenza e odio». Ha poi invitato tutti a visitare quel luogo «per vedere, pensare, agire» e ha ringraziato Segre di averle dato «una lezione di vita, umanità e attivismo».
«La nostra è stata una visita semplice, da nonna a nipote, un incontro tra generazioni, ma anche un passaggio di testimone», ha spiegato Liliana Segre. «Quando i testimoni oculari non ci saranno più, dovremo fare affidamento su tutti quei cittadini che vorranno prendersi in carico la responsabilità di ricordare. Chi meglio di Chiara Ferragni allora, che ogni giorno parla con 27 milioni di persone?».
La senatrice a vita ha sottolineato che «il Memoriale della Shoah ha ormai qualche anno, ha aperto per la prima volta al pubblico nel 2013, ma ancora, persino a Milano, ci sono persone che non lo conoscono, o non sanno esattamente cosa sia o dove sia. Particolarmente preoccupante è scoprire che moltissimi taxisti non ne siano a conoscenza: se nemmeno chi ci porta le persone sa di cosa stiamo parlando vuol dire che dobbiamo attivarci diversamente». «Per questo – ha proseguito – ho pensato a Chiara Ferragni, che non solo ha un seguito enorme, ma già prima di conoscerla mi sembrava una donna di spessore. Dopo averla incontrata, prima a casa mia e poi in visita al Memoriale, ho potuto conoscere la sua curiosità e disponibilità a mettersi a servizio di questa mia richiesta».