Gavorrano, si arrampica a 20 metri: "Voglio Green pass per mio figlio autistico". Dopo ore arriva il certificato
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La donna è salita sulla torre di una miniera. "Non scenderò finchè non riuscirò ad averlo". Alla fine ha ottenuto la certificazione. La spiegazione del direttore generale dell'Asl: "Qualcosa si era inceppato nella trasmissione dei dati al ministero"
GAVORRANO. Prima la protesta. Poi - alle 14,45 di martedì 25 gennaio, dopo tre ore dall'inizio del gesto "disperato" - il lieto fine. Nella mattina di martedì 25 gennaio una donna si è arrampicata a circa 20 metri, è salita tra scale e lamiere sulla torre di una miniera di Gavorrano e ha cominciato lo sciopero della fame, decisa a far valere le proprie ragioni. Dopo 12 giorni di attesa Simona Vasile – esasperata – non ha ancora ottenuto il Green pass che spetta al figlio disabile guarito dal Covid e ha deciso di dar corpo a una protesta eclatante. "Non scenderò finché non l’avrò ottenuto". Per lui – per il figlio, per la famiglia – il ritardo nella certificazione verde è un ulteriore problema che aggrava una situazione familiare già difficile. Seduta sulle scale, la donna ha lanciato il suo video-appello su Facebook, dopo che non è riuscita più volte a ottenere il lasciapassare del figlio per qualche intoppo e bug nel sistema. Sul posto i carabinieri della stazione di Gavorrano, la polizia municipale, il 118 e i vigili del fuoco.
“Faccio appello ai miei amici perché possano condividere questa mia protesta – dice Vasile - Sto compiendo un piccolo reato ma non faccio niente di pericoloso se non per me stessa. Sto iniziando una forma di protesta perché dal 13 gennaio, dal momento in cui mio figlio è guarito dal Covid, non riesco a ottenere il suo Green pass da guarigione. Questo implica per lui, che è ragazzo con una 104 (legge 104, articolo 3 comma 3), di non poter fare niente. Io ho avuto tanta pazienza, mi sono rivolta a tutte le persone che conoscevo per risolvere questo problema. Ho saputo, in questo percorso che dura ormai da 12 giorni, che sono tante le persone in questa situazione. Voglio dar voce a tutte le persone che si ritrovano in questa situazione, che sono tantissime".
Alla base della protesta ci sarebbe stato un problema informatico che ha impedito per giorni il rilascio del Green pass a un 20enne autistico guarito dal Covid ma senza riattivazione del certificato. L'intoppo si è verificato "a valle", dopo che la Asl ha comunicato al Ministero della Salute l'avvenuta guarigione.
Lo spiega il direttore generale della Asl Toscana sud est, Antonio D'Urso: "Ci siamo attivati immediatamente ed è emerso un corretto iter di presa in carico e gestione da parte del servizio di Igiene pubblica della Asl Toscana sud est - spiega D'Urso - In particolare, la comunicazione di guarigione da Covid e quindi di fine quarantena è stata notificata al sistema regionale nei tempi previsti dalla normativa, il giorno 13 gennaio. A tale comunicazione avrebbe dovuto seguire la riattivazione del green pass che invece non è avvenuta verosimilmente per un problema tecnico-informatico successivo nella trasmissione delle informazioni al Ministero della Salute deputato allo "sblocco" della certificazione verde".
Quindi "abbiamo nuovamente inviato la comunicazione di fine guarigione e pochi minuti fa abbiamo appurato che il Green pass del ragazzo è stato riattivato. Sebbene ogni attore svolga correttamente la propria funzione, dato il volume estremamente considerevole di dati che il sistema elabora ogni giorno, possibile che a volte qualcosa non vada come previsto". "Comprendiamo l'apprensione e il disorientamento che hanno mosso la signora a una dimostrazione così forte - ha detto D'Urso - e siamo sinceramente dispiaciuti del disagio che lei e suo figlio si sono trovati a vivere".