Cade in ospedale durante un esame: famiglia risarcita con 350mila euro

CASTELNUOVO. Una paziente sottoposta a un esame superfluo, effettuato anche in modo non corretto, che cade a terra e nell’impatto con il pavimento si procura una lesione gravissima alla testa che la priva della parola e la paralizza nella parte destra del corpo. Una pensionata della Garfagnana era andata al pronto soccorso dell’ospedale di Castelnuovo per un malore serio con tanto di svenimento e ne era uscita con una menomazione permanente. È successo nell’ottobre 2014. E per sei anni la donna ha vissuto nella totale dipendenza dei familiari fino alla morte avvenuta nel 2020. Assistite dall’avvocato Gianluca Baldi, le eredi hanno citato nel 2020 per danni l’Asl contestando le negligenze dei sanitari del pronto soccorso come causa della paralisi della donna che all’epoca aveva 77 anni.

Il giudice del Tribunale di Lucca Giampaolo Fabbrizzi con un’ordinanza depositata in questi giorni ha accolto la richiesta delle eredi condannando l’Asl Toscana Nord Ovest - sede legale e amministrativa a Pisa - a pagare un risarcimento di circa 350mila euro.

La pensionata si era sentita male la mattina dell’11 ottobre 2014. Febbre, vomito e anche uno svenimento in casa. Portata in ambulanza all’ospedale di Castelnuovo Garfagnana, la 77enne venne sottoposta a esame radiografico al torace e all’addome. Entrambi gli esami furono eseguiti in posizione eretta e durante la radiografia all’addome la paziente era caduta a terra. L’impatto le aveva procurato un’emorragia alla testa per la quale si era reso necessario il trasferimento nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Pisa. Un aneurisma fu la diagnosi del policlinico di Cisanello.

La consulenza medica aveva sollevato il personale medico dalla responsabilità dell’evento dannoso. Il giudice ha, però, bollato come illogica la ricostruzione peritale.

«Tale ingiustificabile trascuratezza induce quindi a credere che delle due l’una: o la centrale operativa 118 e gli operatori dell’ambulanza omisero di veicolare tale evidenza clinica (la perdita di coscienza in casa, ndr) mediante consegna della scheda di servizio al personale sanitario ospedaliero – ciò comunque traducendosi in un rimprovero addebitabile sempre all’azienda sanitaria – oppure quel dato clinico inoppugnabile per quanto oggetto di ragguaglio informativo venne colpevolmente sottovalutato dal personale sanitario, esponendo la paziente al rischio poi concretizzatosi dei reiterarsi dell’episodio sincopale poche ore prima occorso durante l’esame radiografico negligentemente seguito in posizione eretta».

Anche se i parametri vitali risultavano nella norma e la paziente aveva riacquistato lucidità, la perdita di coscienza che aveva motivato l’accesso al pronto soccorso «avrebbe dovuto improntare l’operato dei medici alla massima prudenza e cautela – scrive il giudice –. Attribuire all'evento lesivo la qualifica dell'imprevedibilità implica disconoscere l'elevato fattore di rischio evincibile da tale preesistente evidenza».

L'accertamento diagnostico, che comunque implica il dover esporre il paziente all'azione delle radiazioni, avrebbe dovuto essere omesso.

«L’averlo, invece, espletato – conclude l’ordinanza – senza una precisa indicazione diagnostica ha quindi dato impulso alla sequenza causale che ha determinato la successiva caduta della paziente da cui sono scaturite le patologie produttive della menomazione. Devono iscriversi all’azienda sanitaria una pluralità di condotte colpevoli consistente nell’aver sottoposto la paziente ad un esame diagnostico superfluo durante il quale si è verificato il fatto dannoso». E anche di averlo eseguito trascurando regole precauzionali di prudenza che avrebbero imposto di effettuarlo in orizzontale e non in posizione eretta.

«Da qui l’affermazione di responsabilità colpevole dell’Asl perché dalla caduta provocata dall’incauta azione dei sanitari è scaturita l'emorragia cui è riconducibile lo stato di gravissima menomazione in cui costantemente la paziente ha versato fino al decesso» sentenzia il dottor Fabbrizzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA