La Holding Fhp vuol crescere ancora: progetti di sviluppo a Carrara e non solo
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ll gruppo ha 550 dipendenti fra Marina, Livorno, Monfalcone e Porto Marghera. Già individuata un’area di 50mila mq
CARRARA. Con quasi 10 milioni di tonnellate ha circa il 20 per cento del mercato italiano della movimentazione delle merci varie, ma vuole crescere ancora. «Perché sono le economie di scala che riescono a fare grande un’azienda». Benvenuti a Marina di Carrara, dove ha sede Fhp, la holding portuale di F2i investimenti, ossia il gruppo che due anni fa ha rilevato la Porto Spa di Enrico Bogazzi : oltre 120 milioni di euro di fatturato e circa 550 dipendenti, dislocati fra Carrara, Livorno, Monfalcone, Porto Marghera. Amministratore delegato è l’ingegnerr Alessandro Becce , manager con una ventennale esperienza internazionale nel settore, al quale abbiamo chiesto un punto della situazione e i progetti di sviluppo. Spiega Becce: «Il progetto Fhp sta crescendo: dal mio arrivo a marzo dell’anno scorso abbiamo avuto un cambio di passo importante, dapprima con l’acquisizione di Materneri a Livorno ad aprile poi seguita da quella della Compagnia Portuale di Monfalcone ad agosto». E aggiunge: «Nel frattempo abbiamo creato un nuovo modello organizzativo basato su una holding con 13 società operative, otto terminal organizzati su quattro basi operative (Carrara, Livorno, Monfalcone e Venezia-Porto Marghera) realizzando così il disegno previsto da F2i nella costituzione di un campione italiano nel settore delle merci varie a supporto della competitività dell’industria italiana. Il passaggio da una società a matrice imprenditoriale ad un gruppo con cultura e struttura manageriale ha richiesto un grande sforzo organizzativo, che ci sta impegnando ancora, ma del quale sono molto orgoglioso soprattutto per le qualità sia umane che professionali della squadra che abbiamo costruito».
Un bilancio del 2021?
«Complessivamente il 2021 è stato un anno importante con volumi e risultati al di sopra delle aspettative sia nel settore siderurgico che in quello dei forestali. In particolare a Carrara i volumi pari a quasi 750.000 tonnellate sono cresciuti del 59% rispetto all’anno scorso e del 20% rispetto al budget. Importante sottolineare che non solo il lapideo è cresciuto, ma anche in ambito siderurgico stiamo recuperando il terreno perduto cosicchè il porto carrarese sta riacquistando un ruolo centrale non limitandosi solo al Project Cargo che rimane comunque una fondamentale attività grazie alla collaborazione con Baker Huges, con cui stiamo studiando come ampliare ulteriormente servizi a supporto delle loro attività di assemblaggio e costruzione dei moduli per gli impianti di rigassificazione».
La convivenza con gli altri terminalisti?
«Io credo molto nella capacità di costruire sinergie sul porto per creare valore per il territorio: in questo senso stiamo dialogando con i nostri vicini Grendi e Perioli per studiare forme di collaborazione sia in termini di spazi che di attività. Un esempio è lo sviluppo intermodale da Carrara che, anche grazie al nuovo raccordo ferroviario, sta permettendo di far crescere il numero di treni (oggi quattro a settimana ma con ulteriori prospettive di crescita) in import con il marmo e in export collaborando con Grendi per il traffico container diretto in Sardegna. La nostra strategia su Carrara è di crescere e diversificare i nostri servizi per attrarre merci a più alto valore aggiunto, sfruttando anche possibili sinergie con la base di Livorno in ambito forestale».
Come è possibile crescere ancora su Carrara?
«Per farlo occorrono strutture in grado di offrire ricovero adeguato alle merci: cominceremo a giugno con una tensostruttura da 2000 metri quadrati che può essere fruibile per coils, tubi o merce in saccconi che richiedano protezione dagli agenti atmosferici, poi abbiamo in programma anche un magazzino da 5000 metri quadrati strutturato per accogliere varie tipologie di merce tra cui anche cellulosa. La crescita dei volumi e l’occupazione con spazi coperti sul piazzale Città di Massa richiede di reperire nuovi spazi vicini al porto e possibilmente raccordati con la ferrovia per accogliere le merci ed offrire un “buffer” per le lunghe giacenze sulla falsariga di quanto avviene a Spezia con le aree di S. Stefano Magra».
Sulla rivista Shipping Italy abbiamo letto che avrebbe individuato un’area di 50mila metri quadrati per espandersi sempre su Carrara.
«Sì, proprio perché ci stiamo muovendo in tale direzione, abbiamo identificato un’area con caratteristiche adeguate alle spalle del porto che potrebbe in un futuro prossimo servire da espansione non solo per il porto ma anche per le attività di BH Nuovo Pignone, creando così un polo di sviluppo per attività ad alto valore aggiunto sia per il porto che per il territorio».
Un parere sul nuovo Piano portuale?
«Per quanto riguarda il piano portuale c’è piena sintonia con la Autorità Adsp sia con il presidente Mario Sommariva che con tutta la sua squadra».
Negli ambienti dello shipping si parla di possibili espansioni su Ravenna...
«Per quanto riguarda le strategie di sviluppo di Fhp abbiamo alcune opzioni di sviluppo sia in termini di acquisizioni (ma di questo per prudenza e scaramanzia preferisco ancora mantenere il riserbo) che in termini di sviluppo servizi anche grazie allo scambio di know how sviluppato sulle singole basi. Vorrei anche sottolineare lo sviluppo della nostra controllata Lifting che sta potenziando non solo il core business sul grillage e sea fastening ((strutture finalizzate a ottimizzare i carichi, ndr) a supporto del project cargo e sulla gestione dei cavi, ma anche sta realizzando una struttura dedicata ai servizi di manutenzione programmata per le basi del gruppo che riveste un ruolo strategico per la crescita qualitativa del nostro livello di servizio».