Marina di Massa, bambina di 6 anni aggredita da un cane in spiaggia. Il racconto choc del padre

È successo nel tratto di arenile al confine con il bagno Monia. La piccola è finita in ospedale per un morso alla pancia

MASSA. Era in spiaggia con la nonna, il giorno di Pasqua. Stava giocando con palette e secchiello. Un pomeriggio dalla temperatura quasi estiva con quella brezza dal mare che aveva convinto i genitori a fare indossare alla loro bimba di sei anni la felpina con il cappuccio e il piumino leggero. Indumenti che, proprio qualche ora più tardi, hanno salvato la vita alla piccolina.

Tutto è successo nel giro di pochi attimi. Erano da poco passate le 18 quando un pastore tedesco, sfuggito al controllo del bambino a cui lo avevano lasciato i genitori, è andato dritto verso la piccola. Prima l’ha aggredita alla schiena, strappandole il piumino. Lei si è girata, piangendo, e a quel punto il cane le ha dato un morso alla pancia poi ha mirato alla gola.

A quel punto un ragazzo che stava passando da quelle parti (siamo nel tratto di arenile accanto al bagno Monia a Marina di Massa) ha allontanato il cane. La nonna ha preso in braccio la bimba sotto choc e l’ha portata a casa.

La famiglia (con accento milanese racconta il padre della piccola che ha raccolto varie testimonianze) si è allontanata senza lasciare tracce. «Hanno visto che mia suocera era allo stabilimento Monia e che si è allontanata passando proprio da lì – racconta il papà della bambina – ma nessuno ha lasciato un numero, anche solo per essere contattato e sapere le condizioni della piccola».

Il racconto del padre parte dalle condizioni della figlia. Una foto attesta la ferita: quei brutti segni rossi nella pelle chiarissima.

«La fortuna ha voluto che il cane, un pastore tedesco, non abbia affondato i denti – racconta il padre della bimba ancora scosso – Abbiamo portato la piccola al pronto soccorso e, naturalmente ci hanno chiesto i dati del cane anche nel caso fosse necessario l’antirabbica. Purtroppo non sappiamo nulla: mia suocera ha detto che i proprietari dell’animale, una famiglia con bambini scesa al mare dalla spiaggia libera, si sono accorti di quello che stava succedendo, anche del fatto che il loro cane avesse morto mia figlia. Ma, quando mia suocera si è allontanata per portare a casa la bimba e prestarle le cure del caso, non si sono mossi. Non sono entrati nello stabilimento in cui si trovavano la nonna e la piccola, se ne sono semplicemente andati».

Il padre della bimba è tornato subito dopo in spiaggia per vedere se riusciva a rintracciare la famiglia con il cane, proprio per sapere se c’era bisogno dell’antirabbica. Ma di loro si erano perse le tracce.

«Mia figlia adesso sta bene – conclude il suo racconto – dobbiamo monitorare che la ferita non si infetti e che non le venga la febbre. Ho rintracciato il giovane che ha bloccato il cane: mi ha detto che stava puntando alla gola, se non avesse avuto il cappuccio della felpa non so cosa sarebbe potuto succedere. Non voglio neppure pensarci».

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