Elicottero scomparso, spunta il video nella bufera

Un video. C’è un video che riprende gli ultimi attimi in cui è rimasto nei radar l’elicottero Agusta AW119 di cui si sono perse le tracce giovedì mattina mentre era in volo sul percorso previsto da Tassignano (in provincia di Lucca) a Castelminio di Resana, nel Trevigiano. A bordo, com’è noto, sette persone: quattro imprenditori turchi e due libanesi, più il pilota italiano Corrado Levorin. Si tratta di dirigenti di aziende specializzate nella fabbricazione della carta (rotoloni) che venivano dall’It’s Tissue, la fiera di Lucca dedicata alle tecnologie per il cartario. I quattro passeggeri turchi fanno parte del colosso Eczacibasi, holding fondata nel 1942 e operante in più settori, tra cui quello cartario. Serhat Kanar è a capo della produzione, Arif Cez è il capo stabilimento mentre Ilker Ucak ricopre il ruolo di responsabile degli investimenti dell’azienda. Altug Erbil è alla guida di diversi stabilimenti del solito marchio.

I due libanesi, Tarek El Tayak e Chadi Kreidy sono figure di primo piano della Indveco (Industrial Development Company, con sede a Beirut). Il primo è conosciuto nel Modenese per i rapporti lavorativi intrecciati con la Amotek di Zola Pedrosa, azienda di packaging. Chadi è direttore generale della Sanita Afh, sempre nel settore cartario, parte della galassia Indveco. Avrebbero dovuto raggiungere la ditta Roto-Cart di Castelminio di Resana per visionare un impianto di produzione che introduceva una tecnologia molto vantaggiosa made in Emilia. A realizzarlo infatti è stata l’Elettric80 di Viano, nel Reggiano, ditta specializzata nella logistica.

Dopo aver visto in produzione l’impianto, avrebbero dovuto fare ritorno a Lucca nel giro di poche ore. Doveva essere una toccata e fuga, insomma. Il tutto su questo Augusta AW119, elicottero che la direzione della fiera di Lucca (It’s Tissue) aveva noleggiato dalla Avio Helicopters di Thiene, in provincia di Treviso, organizzando sostanzialmente il viaggio per i sei uomini d’affari. A Treviso non ci sono mai arrivati, perché con tutta probabilità non hanno nemmeno superato il crinale tra Toscana ed Emilia, o lo hanno fatto per pochissimo rimanendo coinvolti poi in un gravissimo incidente, che tutti ancora sperano possa non aver avuto risvolti tragici, anche se man mano che passano le ore le speranze di ritrovarli in vita si fanno sempre più flebili. Di certo l’equipaggio ha dovuto fare i conti con un imprevisto grave fino a condurre all’emergenza.

E tra gli inquirenti si sta sempre più facendo strada l’idea che sia stato un violento temporale, tale da condurre il pilota a modificare la classica linea di volo da Lucca a Treviso, che non dovrebbe passare da Pievepelago. Qui invece la cella telefonica di Sant’Annapelago ha agganciato per l’ultima volta il segnale del cellulare del pilota Levorin, alle 11.50 nella zona di San Pellegrino in Alpe. Poi il blackout. Perché si pensa a un temporale come causa dello schianto? Perché ieri è emerso che uno dei libanesi poco prima del blackout ha inviato a suo figlio via Whatsapp un breve filmato ripreso dall’eli cottero in cui si vede il mezzo affrontare in volo uno scenario di tempesta. Pioggia, tuoni e saette, ripresi per una ventina di secondi. Un filmato mandato in Libano al figlio, che però per il momento non ha voluto renderlo noto a fronte delle indagini in corso. Perché fare un filmato di quel tipo e mandarlo al proprio caro? Sicuramente perché il padre ha ritenuto in questo modo di documentare una circostanza rilevante. Molto rilevante.