Collesalvetti, Tommaso Daini è tornato a casa e parla per la prima volta dopo un mese: «Sono stato l’ultimo a lasciare l’ospedale, l’importante è stare bene»
COLLESALVETTI. «Ci stiamo salvati per miracolo e credo che sia merito principalmente dell’auto sulla quale viaggiavamo. Ce la siamo vista brutta: potevamo morire tutti e quattro. Ancora mi sto chiedendo che cosa possa essere successo, ma non lo saprò mai: l’importante è stare bene e pian piano, con molto tempo e calma, tornerò come prima».
A parlare per la prima volta dopo il tragico schianto contro un’auto contromano sulla Fi-Pi-Li, avvenuto esattamente un mese fa all’altezza dell’uscita dell’Interporto est, è il ventunenne di Forcoli (frazione del comune pisano di Palaia) Tommaso Daini. Il giovane, al volante della sua Volkswagen T-Cross, attorno alle 3 di notte del 14 maggio scorso stava tornando a casa dalla discoteca “The Cage” insieme agli amici coetanei Stefano Corsi, Michele Tessieri e Marco Tamberi, quando al chilometro 71+300 – 700 metri dopo l’uscita est del polo logistico di Guasticce – è stato centrato da una Renault Captur in contromano guidata dal trentacinquenne di Santa Maria a Monte Jacopo Varriale, ex nuotatore di alto livello originario di San Miniato, purtroppo morto sul colpo dopo aver imboccato la Firenze-Pisa-Livorno 27 chilometri prima, alla rotatoria di Montopoli, dove aveva lasciato la macchina parcheggiata ed era appena stato riportato dagli amici dopo una serata trascorsa prima al ristorante “Casa Masi” di Montaione, poi a Pontedera, in piazza Martiri della Libertà, nel locale “Beat”.
Cosa sia successo esattamente ancora non si è capito: il trentacinquenne, dopo aver sbagliato, non è mai riuscito a fermarsi. Incrociato da diverse macchine, è sempre rimasto sulla sua corsia di marcia per una decina di minuti – quella di sorpasso per chi viaggiava nel senso giusto – fino allo scontro mortale nel ramo livornese dell’arteria. «Nessuno di noi ora, per fortuna, è più ricoverato in ospedale – prosegue Daini – e io sono stato l’ultimo a uscire, lo scorso 28 maggio. Pian piano si tornerà come prima: nel male ci è andata bene, ci dobbiamo accontentare della situazione in cui siamo e l’importante è rimettersi e ritornare come prima, ovviamente con calma e con il tempo necessario».
Il ventunenne, che insieme agli amici è stato a lungo ricoverato a Cisanello, è risultato negativo all’alcol test disposto come da prassi dalla polizia stradale di Livorno e non è quindi indagato. L’inchiesta della procura – il pubblico ministero titolare del fascicolo è Niccolò Volpe – andrà quasi sicuramente verso l’archiviazione, visto che le responsabilità dell’accaduto sono solo ed esclusivamente di Varriale, che viaggiava in contromano ed è morto. Eventuali strascichi giudiziari potrebbero esserci solo a livello civile, se le famiglie non reputeranno congruo il risarcimento loro proposto dall’assicurazione del trentacinquenne deceduto. «Ancora ci stiamo chiedendo che cosa possa essere accaduto quella notte – conclude il ventunenne – sarebbe bello saperlo, ma purtroppo non possiamo davvero più farci nulla».
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