Il Gioco è tornato, viva il Gioco. Ma resta il caso Sant'Antonio
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Capitan Ceccanti: no a certi giochetti, abbiamo disertato con dispiacere
PISA. Da una parte lo splendore del corteo con i nuovi costumi e l’incertezza di ogni combattimento che li ha resi tutti avvincenti, dall’altra i ritardi, alcune pecche organizzative fino al clamoroso forfait del Sant’Antonio. Si può riassumere così l’edizione 2022 del Gioco del Ponte, quella della ripartenza dopo i due anni di stop forzato per la pandemia. Già il fatto di ripartire tra l’entusiasmo delle migliaia di persone che si sono assiepate sui lungarni va considerato un successo tutt’altro che scontato.
Ma proprio prendendo spunto da questo entusiasmo e dall’amore che i pisani continuano ad avere per il Gioco, bisogna completare il percorso di crescita organizzativa che l’assessore alle tradizioni storiche Filippo Bedini ha intrapreso con grande impegno.
Sicuramente il caso del Sant’Antonio è stato quello che ha caratterizzato l’edizione. Nei 40 anni dalla ripresa del Gioco (era il 1982) non era mai accaduto che una squadra disertasse sfilata e combattimenti. Solo nella prima edizione, proprio nel 1982, non venne disputato il sesto combattimento con vittoria di Tramontana già acquisita per una disputa tecnica sul carrello, ma era evidentemente un caso diverso da quello di sabato. Tutto nato dal fatto che la squadra di capitan Franco Ceccanti si è vista alla vigilia respingere cinque combattenti per una questione di certificati di idoneità medica. Questione che la magistratura di Sant’Antonio ha contestato fino a poche ore prima dell’inizio del corteo, arrivando poi alla clamorosa decisione di disertare l’edizione. Una doppia amarezza per lo storico capitano che proprio con questa edizione avrebbe concluso la sua lunga carriera sul ponte. «Sicuramente l’ultimo anno sul ponte non me lo sarei immaginato così – racconta Ceccanti –. Ma la decisione che abbiamo preso è secondo noi quella giusta perché crediamo di aver subìto un’ingiustizia». Il capitano entra poi nel merito: «Le visite presso il centro medico di Cascina, convenzionato con il Comune di Pisa, avevano inizialmente escluso 8 combattenti non ritenuti idonei. Ci siamo poi rivolti a un altro centro convenzionato con il Comune, a Lucca e abbiamo avuto l’idoneità per 5 combattenti, con tanto di certificato. Secondo il Comune le visite andavano iniziate e finite a Cascina, ma era assurdo a nostro avviso, visto che il centro di Lucca è ugualmente convenzionato. Abbiamo provato fino all’ultimo a far valere le nostre ragioni, ma quando poi mi sono sentito dire che allora tre potevano salire non ho accettato ulteriori giochetti. E abbiamo deciso, con dispiacere, di disertare il Gioco. O tutti o nessuno».
Passando alla parte organizzativa, è stato notata da tutti la mancanza per la prima volta dei tradizionali “accampamenti” che venivamo realizzati con tende biancocelesti e biancorosse nelle piazze Garibaldi e XX Settembre. Qualcuno, con molta ironia, ha commentato che in 40 anni per la prima volta Giuseppe Garibaldi ha potuto vedere il Gioco, visto che la statua veniva coperta appunto con la tenda. Anche alcuni semafori sempre in piazza Garibaldi non sono stati coperti da un tendaggio come avveniva in passato. Problemi, ha spiegato l’amministrazione comunale, dovuti a una serie di circostanze che hanno interessato gli uffici, tra i quali il Covid che ha colpito alcuni dirigenti e dipendenti dopo la trasferta delle Repubbliche ad Amalfi. Problemi anche nella partenza del corteo, frutto in questo caso di un ritardo della consegna di alcuni costumi nelle sedi delle vestizioni.
Per quanto riguarda i tempi morti tra la fine del corteo e l’inizio dei combattimenti, c’è ancora da lavorare. I giudici, ad esempio, hanno dovuto attendere quasi 10 minuti prima di chiamare le squadre perché terminasse la “chiamata a battaglia” che di fatto è stata separata dalla “sbandierata propiziatoria”. S è trattato di particolari che possono essere facilmente sistemati, partendo da alcuni punti fermi.
Anzitutto il corteo, sontuoso come sempre e con i costumi rinnovati. Poi il picchetto sul ponte, sia a Tramontana che a Mezzogiorno, interamente ridisegnato non solo nei costumi e nei personaggi, ma anche nella sua disposizione. Spettacolari i combattimenti, sempre di più di fascia. Ottima, e non era facile vista la vigilia, la gestione dei tre giudici Alvaro Lucaferro, Cesare Cai e Carlo Alberto Bellagamba.l
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