Il caro energia colpisce il volontariato toscano: tra associazioni che rischiano di chiudere e sostegni insufficienti
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La Regione fissa ogni anno il budget, ma l’ultimo non basta per coprire le spese. Anpas: «Servizi garantiti grazie alla rete». La Misericordia: «Siamo in difficoltà»
Sono gli angeli delle strade. Si occupano dei trasporti d’emergenza a sirene spiegate e di quelli più tranquilli, programmati. Offrono servizi di guardia medica, prelievo del sangue e protezione civile. Il tutto però con un budget misero che si adegua sì, di anno in anno, ma non si è adeguato abbastanza per reggere l’aumento dei prezzi dell’ultimo, di anno. Quello delle bollette di luce e gas delle sedi, mai state così care da mantenere aperte, quello della benzina per le ambulanze, e le mascherine, le sanificazioni, il pagamento del personale che sopperisce alla mancanza di volontari. Ed è così che le Pubbliche assistenze e le Misericordie toscane sono sull’orlo del default. Qualcuno è già caduto nel baratro.
Il caso Croce bianca
Come la Croce bianca di Massa, adesso in un regime di “tutoraggio” da parte di Anpas Toscana, un sorta di commissariamento che cerca di evitare la chiusura dell’associazione. Il bilancio della Pubblica assistenza apuana era rosso da anni, ma la situazione è precipitata con la pandemia. «Durante e dopo l’emergenza sanitaria ci è stato chiesto di fare il mondo. Da allestire tende per i triage ai trasporti. Siamo arrivati a fare 20, 30 milioni di chilometri all’anno. C’è un iper lavoro e il budget, con le spese attuali, non basta», spiega a Il Tirreno Dimitri Bettini, presidente di Anpas Toscana, secondo cui «se i servizi al momento non sono mai stati tagliati è grazie alla rete create tra le varie associazioni di volontariato: dove non arriva una, va l’altra». Cioè: se un’associazione non può muoversi, parte un’altra. Ma il rischio che i servizi saltino, nel caso dovessero iniziare a chiudere le pubbliche assistenze o le Misericordie, è reale.
Come vengono pagate
In Toscana risultano registrate nella banca dati di Cesvot (centro servizi volontariato Toscana) 3.808 enti di terzo settore che si occupano di sanità, assistenza sociale e protezione civile. Tra queste ci sono 163 Pubbliche assistenze, 313 Misericordie e circa 70 Croci rosse, che sono state internalizzate nel sistema sanitario. Questo significa che non sono fornitrici di servizi, ma parte del sistema. Vengono pagate dall’Asl, quindi dalla Regione, con un sistema budgetario. La giunta regionale stabilisce annualmente il fabbisogno economico per l’attività di trasporto sanitario individuando un budget complessivo relativo alla quantità e qualità dei servizi di trasporto di emergenza urgenza da erogare nell’anno successivo, tenendo conto degli obiettivi da raggiungere e delle spese sostenute in passato. «Chiaramente negli anni ha visto continui aumenti – spiega Bettini – ma l’esplosione dei prezzi di quest’anno non ha precedenti e non è gestibile». Basti pensare alla benzina, che attualmente ha superato i due euro al litro. Un’ambulanza consuma in media sei, sette litri al chilometro. Il serbatoio ne contiene cento e viene riempito una volta al giorno, anche due nelle città più grandi. Questo significa che la spesa mensile per un’ambulanza può arrivare a 12mila euro al mese. «Poi bisogna aggiungerci l’energia elettrica che consumano le nostre sedi, il riscaldamento, le pulizie, le divise, tutti i materiali di consumo che hanno subìto negli anni aumenti costanti. Aumenti a fronte dei quali non abbiamo avuto gli adeguati aggiornamenti del budget», commenta Alberto Corsinovi, presidente regionale delle Misericordie. Le confraternite in difficoltà sono diverse. «Ad esempio quelle nell’aretino e nel pisano. A livello generale soffrono più quelle nelle zone periferiche e nei paesi piccoli».
Il budget
Le Misericordie, spiega il presidente, hanno a disposizione 100mila euro l’anno per «una postazione fissa 24 ore su 24». Cosa vuol dire? Che devono avere un’ambulanza disponibile, sempre, con autista e due soccorritori di livello avanzato a bordo. In più hanno un rimborso che va dai 25 ai 35 euro per ogni servizio che non sia d’emergenza. «Durante l’anno riceviamo degli acconti, poi, a fine anno, quando calcoliamo tutte le spese, ci dovrebbe arrivare il saldo – spiega Corsinovi -, ma noi stiamo ancora aspettando quello del 2021».
Il personale
Il problema è che mancano anche volontari. I bandi per il servizio civile, nell’ultimo anno, sono stati prorogati più volte ma non sono riusciti a reperire tutte le figure mancanti. Le associazioni e le confraternite sono state costrette ad assumere, andando ad alleggerire ulteriormente il budget a disposizione per i servizi. «Una Misericordia che sta in un centro popoloso con qualche migliaio di abitanti – continua Corsinovi – magari riesce a trovare persone per il volontariato. Quelle nei borghi, dove invece vivono poche persone e prevalentemente anziani, hanno più difficoltà. Molte mi hanno già detto che non riusciranno a coprire, con le spese attuali, tutti i servizi». Servizi come il trasporto in ambulanza dall’ospedale che al cittadino costa zero – la Toscana è l’unica regione in Italia ad averlo gratis – ma all’associazione non poco.
L’appello
«Non c’è modo di recuperare le spese se non attraverso dei ristori da concordare con l’amministrazione regionale», spiega il presidente di Anpas Toscana. La Regione, dice, «potrebbe aumentare il budget in corso, ma sono spese importanti. Per questo, oltre a fare un appello alle istituzioni, chiediamo che siano anche i cittadini ad aiutarci con una forma di volontariato, che non è solo quello dell’emergenza. Ci sono tante attività anche d’ufficio che possono essere svolte e a noi consentirebbe di respirare. C’è quindi una chiamata alle armi per le istituzioni ma anche alla cittadinanza tutta, che torni a essere sensibile al volontariato».
Il tavolo in Regione
In Regione è stato aperto un tavolo permanente con le associazioni di volontariato e su quel tavolo sono già arrivate le problematiche e le richieste delle varie Misericordie e delle Pubbliche assistenze. «Mi auguro la Regione possa essere sensibile alle nostre esigenze – dice Corsinovi – e sicuramente lo sarà, ma questo è veramente un momento critico».
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