Open Olympics 2026: al via la campagna per Giochi legali e tutti rendicontabili
foto da Quotidiani locali
Olimpiadi poco sostenibili. E anche poco trasparenti. Lo sostengono 20 associazioni (da Libera al Cai, da Legambiente al Wwf, fino a Mountain Wuildeness) che si sono costituite in rete e che il 14 saranno a Pieve di Cadore «per chiedere ai promotori e agli organizzatori dei Giochi di creare una piattaforma web su cui poter controllare, giorno dopo giorno, l’andamento dei lavori nei singoli cantieri».
Lo anticipa Piermario Fop, referente territoriale di Libera, evidenziando il rischio che «la scarsa trasparenza fino ad oggi garantita» potrebbe indurre «le organizzazioni malavitose, se non addirittura mafiose, a tentare forme di infiltrazione e di corruzione». In un convegno che si terrà al Cosmo, «chiederemo», insiste Fop, «che sia data la possibilità a tutti i cittadini di verificare quotidianamente non solo l’andamento dei lavori, ma anche l’uso che si fa delle risorse pubbliche».
I Giochi costano già 3,6 miliardi di euro. Un miliardo e mezzo di investimenti e costi per il solo Veneto, in gran parte per la sola Cortina.
«Il nuovo servizio informativo che chiediamo», specifica Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness, «non deve essere interpretato come atto di accusa. Sarebbe un servizio rivolto alla legalità economica, degli appalti, della sicurezza del lavoro, del rispetto delle normative ambientali».
Un servizio che di fatto è una supplenza. «Tutto ciò per legge doveva venire svolto dalle istituzioni, in primo luogo dalla Fondazione Milano Cortina 2026. Le direttive europee e la normativa italiana», ricorda ancora Casanova, «impongono l’istituzione di un link all’interno del quale, nella massima trasparenza, il cittadino possa trovare tutte le notizie inerenti un’opera: progetto, appalto, ditte vincenti, tempi di inizio e chiusura, costi, fonti del finanziamento. Questo non è accaduto».
Secondo Casanova e Fop, ogni opera olimpica, non solo perché commissariata, è tenuta in ombra e risulta impraticabile ogni forma di informazione che non faccia riferimento ai comunicati ufficiali di Simico, della Fondazione o del ministero dello Sport. «È grave che l’onere dell’informazione sia dovuto ricadere su associazioni di volontariato. Un passaggio che deve far riflettere sullo stato di salute delle nostre istituzioni», aggiunge Casanova.
“Open Olympics 2026”: così si chiama la campagna internazionale. La petizione pubblica, già condivisa da una ventina di associazioni nazionali e territoriali, si rivolge ai soggetti internazionali e nazionali a diverso titolo responsabili dell’evento: dal Cio al Coni, da Simico ad Anas, dalla Fondazione Milano Cortina al Ministero.
«Vogliamo assicurarci che nessuna di queste risorse, sia essa dedicata alle infrastrutture o alla realizzazione dei Giochi, si disperda in opacità o inefficienza», dichiarano i soggetti promotori dell’iniziativa, «scoraggiando qualunque volontà di infiltrazione criminale, di stampo mafioso o corruttivo, e garantendo contemporaneamente che vengano evitate spese non utili. Come persone e comunità che vivono i luoghi delle opere in quanto storici presidi di tutela e cura del territorio, intendiamo conoscere come esso cambierà, al fine di valutare adeguatamente l’impatto sulle nostre vite e sull’ambiente. Ciò è garantito solo avendo costante informazione e trasparenza riguardo alle spese effettuate direttamente e indirettamente in concomitanza con interventi inerenti il paesaggio».
Martedì 14, i lavori inizieranno con i saluti istituzionali da parte di Sindi Manushi, sindaca di Pieve; di Renzo Bortolot, presidente della Magnifica. Ci sarà la lettura del testo della petizione da parte del presidio di Libera Cadore. Seguirà una tavola rotonda, moderata dal giornalista Gian Antonio Stella, tra Gaetano Benedetto, presidente Centro studi Wwf; Bonardo, presidente nazionale Cipra Italia; Casanova, presidente MW; Enrico Fontana di Legambiente; Adriano Marchini di Italia Nostra; Manlio Pellizon, vice presidente generale Cai centrale. Le conclusioni saranno di don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera.
Seguirà la consegna del “Testimone delle Alpi per una Olimpiade trasparente, rispettosa e responsabile” realizzata dall’artista Kuno Prey. Nel pomeriggio, alla Casa Colonia delle Alpi, un laboratorio di monitoraggio civico, aperto alla cittadinanza e a tutte le realtà territoriali interessate. Sarà presentata e testata la strategia di monitoraggio elaborata in occasione della campagna, sotto la guida del progetto “Common – comunità monitoranti” di Libera nazionale.